Venerdi scorso un grande corteo di quasi 1000 persone ha sfilato per le vie di Albano per chiedere la chiusura definitiva della discarica di Roncigliano e contro l’ipotesi di un nuovo impianto per biometano da 80 mila tonnellate l’anno.
Il Coordinamento contro l’inceneritore ed i residenti del presidio in discarica che da quasi 50 giorni sono in mobilitazione permanente speravano in una simile partecipazione che però non era affatto scontata.
Costruire una iniziativa così importante dopo le manifestazioni e gli incontri sotto l’ARPA e la Regione Lazio, a pochi giorni dalla sentenza negativa del TAR, con le amministrazioni di Albano ed Ardea palesemente insufficienti nel garantire il rispetto della salute delle popolazioni, è stato il chiaro segnale che nessuno e nessuna ha intenzione di smobilitare, anzi.
Presidiando tutti i giorni la discarica, si è riusciti finora a rallentare e a limitare gli sversamenti, controllando una parte dei rifiuti e facendo emergere la realtà dei fatti, ovvero che Roncigliano accoglie qualsiasi tipo di immondizia al di là delle certificazioni che vengono mostrate dalle ditte incaricate dei trasporti.
Inoltre, si è riusciti a porre la questione in tutte le sedi competenti solo forzando quotidianamente la situazione e interpellando enti e amministrazioni in modo da non lasciare loro scaricare le responsabilità su altri soggetti.
Vale la pena ricordare che molti e molte in queste settimane si stanno avvicendando il presidio anche in giornate dove si sono superati i 40 gradi all’ombra, rinunciando alle ferie e prendendo numerosi permessi al lavoro.
Ed è evidente che i numeri dei partecipanti raddoppiati rispetto al corteo di luglio significano anche che il lavoro della questura di Roma nel contenere, intimidire e reprimere non ha sortito l’effetto desiderato dagli imprenditori dei rifiuti che vedono il presidio permanente come fumo negli occhi data la sua capacità di sottoporre a controllo quotidiano le nefandezze che vorrebbero essere tenute nascoste.
Per questo il presidio continuerà in modalità ulteriormente organizzato a seguito dell’esperienza maturata finora. Non solo.
Lanciamo una nuova mobilitazione presso il tribunale di Velletri nella giornata in cui consegneremo un esposto con la documentazione raccolta finora. Conosciamo i tempi biblici della procura e il nulla di fatto che essa spesso produce, come ad esempio a seguito dell’incendio dell’impianto TMB nel 2016, ma riteniamo necessario questo passo perché ogni istituzione si prenda il proprio carico di responsabilità nella vicenda.
Esattamente ciò che non sta facendo l’amministrazione di Albano che potrebbe emettere un’ordinanza di chiusura della discarica, anche a seguito dei nuovi dati ARPA qualora non bastassero quelli vecchi, ed invece tergiversa perché evidentemente deve mantenere un certo equilibrio rispetto alle dinamiche politiche regionali.
Infine, a seguito dell’ennesimo episodio di disturbo e provocazione nei confronti del coordinamento, ribadiamo che:
– ancora una volta dei personaggi afferenti ad un partito di estrema destra hanno tentato di approfittare della partecipazione alla lotta per propri interessi, diffondendo notizie false al fine di distruggere quanto finora costruito da tutti i partecipanti al presidio;
-il coordinamento contro l’inceneritore non ha mai tollerato strumentalizzazioni partitiche di nessuna sorta, soprattutto da parte di politici che sul piano nazionale caldeggiano e favoriscono l’uso di discariche, inceneritori e impianti inquinanti!
– resta indiscussa la pregiudiziale antifascista
Ringraziamo infine tutte le numerose realtà e le persone intervenute da Roma e dai comuni limitrofi in solidarietà a questa lotta che prosegue con le iniziative di volta in volta da noi comunicate