Il 26 e il 27 ottobre 2021 Arpa Lazio ha diffuso i risultati delle analisi dell’acqua dei pozzi della discarica e quelli dell’ultimo prelievo dei rifiuti provenienti da Roma, dai quali si conferma la pesantissima contaminazione delle falde idriche e la non conformità dei rifiuti.
Valori eccedenti di metalli e organici, tra i primi mercurio (180% pozzo H), nichel (+165% pozzo I bis), manganese (+23.900% pozzo L), ferro (+5.400% pozzo I bis) e poi 1,2 dicloropropano (+26.600% pozzo L) , cloruro di vinile (+160% pozzo I bis), triclorometano (+ 33% pozzo G) tra gli idrocarburi.
Valori impressionanti del tutto fuori limiti per gli indici di stabilizzazione in tutti i campioni di rifiuti conferiti dalle società Saf (I.R.+340%), Ama (I.R.+70%) e la commissariata E.Giovi (I.R.+45% – DOC +1737%); quantità eccedenti di zinco, presenze quotidiane di rifiuti non conformi alla normativa o contenenti materiali non autorizzati come pneumatici e materassi.
Siamo da tre mesi in presidio permanente davanti alla discarica, controlliamo giornalmente gli sversamenti dei camion, documentiamo e denunciamo le decine di irregolarità con foto e video. E invece giorno dopo giorno cresce il numero degli scarichi nel VII invaso che ormai si avvicinano alle 600 tonnellate giornaliere.
Ora, dopo incontri, sollecitazioni senza risposta, esposti e questa ennesima certificazione Arpa del disastro, chi fino ad oggi ha temporeggiato o si è reso complice o peggio artefice della riapertura della discarica, dovrà rendere conto di aver ignorato o sottovalutato la crescente contaminazione delle falde idriche e di aver violato gli obblighi imposti dalla legge quadro ambientale, che prevedono il fermo immediato di qualsiasi attività e l’avvio della bonifica del sito.
I diversi gradi di responsabilità dirette e indirette sono facilmente individuabili:
-l’ex sindaca di Roma e della Città metropolitana per aver imposto l’ordinanza di riapertura, -la Presidenza regionale per aver avallato in qualche misura la riapertura,
-le Direzioni Ambiente e rifiuti della Regione Lazio per aver concesso autorizzazioni e volture alle società Ecoambiente e Colleverde malgrado l’AIA scaduta e “inefficace”,
– il sindaco di Albano per non voler andare oltre i ricorsi ai tribunali amministrativi e la richiesta di avviare la caratterizzazione idrogeologica, sottraendosi alla scelta coraggiosa dell’ordinanza urgente di chiusura del sito per inquinamento intollerabile, mancata bonifica e rischio di gravi danni alla salute della popolazione coinvolta.
Il nuovo sindaco di Roma dovrà spiegarci se il suo modo di ripulire Roma passerà per la conferma dell’ordinanza Raggi e di tutte le politiche scellerate e predatorie di raccolta e gestione dei rifiuti oppure no.
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DAVANTI ALL’INGRESSO DELLA DISCARICA
SABATO 30 OTTOBRE ORE 16,30
VIA ARDEATINA KM 26,650