Che cosa sono gli inceneritori?
Sono impianti industriali che bruciano qualsiasi tipo di biomasse, carta, plastica, stracci, legno, rifiuti urbani indifferenziati, scarti organici industriali, dell’agroindustria etc.
Che cosa sono i “termovalorizzatori”?
Sono inceneritori come gli altri che recuperano parte del calore sviluppato sotto forma di energia elettrica e termica.
E’ vero che gli inceneritori eliminano i rifiuti?
Falso. Nulla si crea e nulla si distrugge. L’incenerimento trasforma i rifiuti, es. quelli indifferenziati urbani, in altri rifiuti solidi, liquidi e gassosi per lo più pericolosi. Produce molecole altamente nocive che non esistono in natura. Incenerire i rifiuti indifferenziati urbani incentiva l’aumento della produzione di rifiuti, disincentivando la riduzione a monte e la raccolta differenziata porta a porta. I gestori hanno tutto l’interesse a mantenere alta la quota dei rifiuti da bruciare lungo tutto l’arco di vita (20-25 anni) degli impianti. Per massimizzare i profitti hanno parimenti interesse ad incenerire materiali ad alto potere calorico, es. plastiche e carta, che in tal modo sono sottratti al riciclo.
Quali sono i nuovi rifiuti e le nuove sostanze prodotte dall’incenerimento?
Le ceneri, pesanti e leggere, sono i rifiuti principali (circa 230-250 kg per ogni tonnellata bruciata), i coadiuvanti chimici usati per assorbire gli inquinanti gassosi, i catalizzatori esauriti, le acque di lavaggio dei fumi, le polveri sottili e ultrasottili emesse al camino e poi gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), diossine e furani, Sali volatili dei metalli cadmio, mercurio, piombo etc, infine i gas di combustione tra cui gli ossidi di azoto, i biossidi di zolfo e di carbonio.In che differiscono gli inceneritori di “ultima generazione” da quelli tradizionali?
I “nuovi” inceneritori catturano una parte degli inquinanti che prima finivano in atmosfera, utilizzando filtri a maniche, coadiuvanti chimici e lavaggio dei fumi. Si avvalgono di sistemi per ridurre gli ossidi di azoto con catalizzatori che una volta esauriti diventano a loro volta rifiuti tossici e nocivi.
E’ vero che in questo modo l’inquinamento scompare?
Falso. Buona parte degli inquinanti precedentemente emessi al camino finisce nelle polveri leggere. Queste particolari ceneri l’elevata presenza di idrocarburi cancerogeni e metalli pesanti.
E’ vero che con gli inceneritori le discariche scompariranno?
Falso. Le discariche per rifiuti indifferenziati urbani “non pericolosi” saranno sostituite da discariche speciali destinate allo smaltimento delle ceneri pesanti e leggere, rifiuti “altamente pericolosi” che necessitano di invasi molto più attrezzati di quelli tradizionali per limitare le possibili percolazioni in falda.
Quali sono i rischi ambientali delle discariche per ceneri?
Sono certamente elevati i rischi dovuti alla diffusione degli aerosol nell’aria e alla volatilizzazione di alcuni metalli tossici. Anche l’aumento della temperatura prodotto nelle ceneri dal contatto dell’acqua piovana con i coadiuvanti usati per limitare le emissioni (es. calce) è un fattore di rischio pericoloso. Tale aumento incide sulla tenuta dei mantelli di rivestimento degli invasi e nel tempo produce la fuoriuscita di percolato tossico e l’inquinamento delle falde acquifere.
Esistono altri modi di smaltire e “far sparire”le ceneri?
Certamente. In Italia i decreti “Clini” autorizzano dal 2013 la combustione dei CSS (Combustibili Solidi Secondari) nei cementifici e quindi delle ceneri pesanti per la produzione dei clinker, estendendo quindi anche ai lavoratori del settore il rischio di effetti negativi sulla salute.
E’ vero che l’inceneritore modello Copenaghen ha un impatto zero?
Alla domanda facciamo rispondere direttamente dal danese Jens Peter Mortensen, esperto di rifiuti presso la “Danish Society for Nature Conservation”. “Il processo di combustione dei rifiuti è intrinsecamente inquinante: puoi applicare controlli dell’inquinamento all’avanguardia su un inceneritore, ma ciò non rende la struttura pulita”
Quali sono gli effetti sulla salute degli inquinanti emessi in atmosfera?
Le diossine e gli altri idrocarburi policiclici contenuti nel micro e nanoparticolato emesso, sono molecole in prevalenza cancerogene. Essendo scarsamente degradabili tendono a depositarsi al suolo e sulle piante entrando nella catena alimentare attraverso il cibo, carne e latticini in primis. Gli effetti registrati tra la servirà una “piccola” discarica di servizio da popolazione esposta per lunghi periodi alle emissioni degli inceneritori comprendono riduzione della fertilità, riduzione delle difese immunitarie e in ultima istanza patologie tumorali.
Quanto costano gli inceneritori?
L’impianto di Copenaghen che piace a Gualtieri è costato oltre 520 milioni di euro. Quello che il sindaco di Roma vuole realizzare a Santa Palomba dovrebbe costare non meno di 700 milioni di euro. Ogni accorgimento adottato per ridurre l’inquinamento prodotto dai moderni inceneritori aumenta i costi di istallazione e di gestione. Altri costi sono stati decisi di recente dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo che ha incluso gli inceneritori tra gli impianti che dovranno acquistare crediti per “compensare” le emissioni climalteranti prodotte.
Qualche dato sul progetto Gualtieri e sulle sue bugie e promesse fasulle
L’impianto dovrebbe bruciare nell’estrema periferia sud del IX municipio di Roma ben 600mila tonnellate l’anno di rifiuti romani. Secondo i dati desumibili dagli altri impianti esistenti produrrebbe non meno di 135 mila tonnellate (circa il 22-23% del totale) tra ceneri pesanti e leggere. Ma lui (prima bugia) asserisce che ne andranno a smaltimento in discarica il 5%. Asserisce che (seconda bugia) servirà una “piccola” discarica di servizio da 60mila tonnellate. Promette (terza bugia) che non realizzerà nuove discariche, dimenticando che il suo impianto, semmai vedrà la luce, entrerebbe in funzione dopo il 2025 e fino allora avrà bisogno di vecchie e nuove buche, a cominciare da Magliano Romano e magari di tornare ancora ad avvelenare aria e falde ad Albano.