comunicato stampa incontro in regione

Il 3 settembre abbiamo incontrato l’ing. Wanda D’Ercole, a capo della Direzione regionale Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, per avere risposte sui tempi del capping definitivo degli invasi della discarica di Albano, la caratterizzazione idrogeologica e la bonifica delle falde inquinate. Al centro dell’incontro anche il procedimento per l’applicazione della legge regionale 13/2019 sulle “aree ad elevato rischio di crisi ambientale” avviato da poco per la citata discarica, la cui definizione è particolarmente importante alla luce del progetto commissariale di realizzare a soli 800 metri il mega inceneritore di Roma. Dopo aver trasmesso le nostre osservazioni tecniche ed espresso una puntuale critica alle conclusioni del consulente regionale prof. Giuseppe Sappa ancora “incerto” sull’origine dell’inquinamento delle falde e ravvisato la necessità di procedere subito alla messa in sicurezza degli invasi, abbiamo chiesto alla dirigente chiarimenti sulla terzietà del consulente, in palese conflitto di interessi, nonchè sui tempi biblici del procedimento sullo stato dell’inquinamento per il quale il cattedratico ha consigliato altri sei mesi di controlli. Come se non bastassero le centinaia di dati analitici di Arpa che attestano da anni eccessi di organici e metalli pesanti. Abbiamo chiesto inoltre di essere informati sull’iter dell’altro procedimento da poco attivato presso la stessa Direzione e relativo alla richiesta di un’area di salvaguardia intorno alla discarica, il cui tavolo tecnico permanente non è stato ancora insediato; infine sull’ineludibile nesso dei procedimenti con il progetto dell’inceneritore. In risposta la dott. D’Ercole dopo aver escluso qualsiasi nesso del procedimento sull’area a rischio col progetto del Campidoglio ha provato a giustificare sia le conclusioni del professore che i tempi da lei considerati strettamente tecnici per ambedue i procedimenti. Dopo varie sollecitazioni alla fine sono arrivate alcune indicazioni e impegni che ci auguriamo trovino riscontro: il capping di sei invasi, tranne l’ultimo, è in via di completamento, la bonifica del sito inizierà a brevissimo, entro fine mese; la prossima settimana a suo dire firmerà la determina per l’insediamento del tavolo tecnico permanente sulle aree a rischio. Dopo la conclusione del primo tavolo, quindi tra circa due mesi, si è impegnata ad informarci e a convocarci per un nuovo incontro.

Discamping 2025

IL 30 E 31 AGOSTO NEL VILLAGGIO ARDEATINO SI È SVOLTO L’ANNUALE “DISCAMPING” ORGANIZZATO DAL COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO E ROMA.

Al centro delle assemblee pomeridiane molto partecipate, le prossime iniziative in risposta al devastante piano rifiuti e cementificatorio della capitale che procede a colpi di ordinanze, di abusi e forzature delle normative, in primis con l’accelerazione impressa dal sindaco-commissario Gualtieri al procedimento autorizzatorio (PAUR) che dovrebbe dare il via alla costruzione dell’inceneritore di Roma a S. Palomba.
Dimezzati i tempi da 272 a 130 giorni, ignorando i paletti fissati dalle leggi europee e nazionali.

Presenti anche rappresentanti di vari comitati romani che si stanno battendo contro le grandi opere inutili e impattanti (stadio, porto turistico, digestori), la cementificazione di aree verdi, il degrado dei quartieri periferici, la crescente destinazione turistica del patrimonio abitativo, la compressione del diritto all’abitare.

Importante la sottolineatura del ruolo “piglia tutto” della multinazionale Acea impegnata a sottrarre altre risorse idriche dal reatino ( Peschiera) e dal frusinate (Pertuso) per soddisfare i maggiori consumi della capitale e dell’interland, e soprattutto gli enormi fabbisogni idrici dell’inceneritore.

Tutti hanno convenuto sulla necessità di una risposta forte, centrale e unitaria a partire dal prossimo mese.

Al centro degli interventi anche le questioni irrisolte della discarica di Albano con gli invasi ancora privi della copertura definitiva, con le falde inquinate da decenni da idrocarburi e metalli pesanti senza che i gestori cerroniani abbiano mai pagato per questo.

Evidenziato il fatto che solo da poco la Regione, dopo decenni di inerzia, ha attivato con tutta calma il procedimento di caratterizzazione idrogeologica senza la quale la bonifica delle falde e del sito non può iniziare. E solo a luglio dopo quasi due anni dalla richiesta del comune di Albano ha dato il via alla procedura per le aree regionali ad elevato rischio di crisi ambientale che include il sito della discarica e un’area di salvaguardia che includerebbe il terreno acquistato da AMA.

ANNUNCIATO PER MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE ALLE ORE 15 UN PRESIDIO SOTTO LA SEDE DELLA DIREZIONE REGIONALE IN VIA DI CAMPO ROMANI 65, durante il quale una rappresentanza del No Inc Albano e dell’Unione dei comitati incontrerà al riguardo la dirigente della direzione Ambiente e rifiuti regionale da cui si attendono risposte e chiarimenti sui troppi punti oscuri dei procedimenti in corso.

DISCARICA DI ALBANO E AREA DI SANTA PALOMBA AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE UN ULTERIORE MOTIVO PER DIRE NO ALL’INCENERITORE

La situazione di inquinamento delle falde sottostanti la discarica di Albano da composti organici e inorganici è indiscutibile. Come lo è l’inquinamento dell’aria e gli effetti sulla salute documentati da ben due rapporti epidemiologici di Eras Lazio (2013-2022). Centinaia di superamenti dei limiti di legge, accertati nel corso degli ultimi decenni nei pozzi interni dagli Enti deputati alla protezione ambientale, in primis Arpa Lazio, sono agli atti. Tuttavia il sito di Roncigliano è l’unico nel Lazio dove “misteriosamente” le indagini di caratterizzazione idrogeologica necessarie per la bonifica delle falde e la messa in sicurezza dei sette invasi del sito sono ancora in alto mare. Solo di recente (2023) la Regione, Direzione Ambiente e Rifiuti, anziché rivolgersi ad Arpa, ha deciso di mettere mano al procedimento nominando un consulente universitario, il prof. Sappa, con lo scopo di raccogliere e sintetizzare i rapporti pregressi sullo stato dell’inquinamento e contribuire ad individuare il soggetto inquinatore. Un consulente di cui non vediamo l’utilità e di cui contestiamo la terzietà. Ora è evidente che la posta in gioco è molto alta. Se, come sarebbe logico, si confermasse che la discarica, oltre ad aver contribuito all’aumento delle patologie e della mortalità tra la popolazione coinvolta, ha prodotto un serio inquinamento delle falde idriche, metterebbe in discussione la possibilità di realizzare a soli 800 metri il mega inceneritore che dovrebbe bruciare 600 mila tonnellate di rifiuti romani e avvelenare centinaia di migliaia di residenti per i prossimi tre decenni. Nello specifico troverebbe infatti applicazione la legge regionale 13/2019 sulle “AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE” richiesta dal Comune di Albano a dicembre 2023 che, prevedendo per 5 anni l’impossibilità di realizzare altri impianti inquinanti in un raggio di alcuni km intorno alla discarica, coinvolgerebbe direttamente il terreno acquistato da AMA per l’inceneritore. In aggiunta la stessa legge troverebbe applicazione alla recente richiesta del Comune di Pomezia che, su sollecitazione dei comitati no inc, si è finalmente accorto dell’esistenza di ben quattro impianti industriali a “RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE” nell’area di S. Palomba, uno dei quali a soli 400 metri dal terreno AMA. Anche le decisioni sulle richieste dei Comuni di Albano e Pomezia spettano alla Dirigente della Direzione Ambiente e Rifiuti regionale, ing. Wanda D’Ercole. Non abbiamo dubbi che il consenso tacito o esplicito di Governo, Regione e gran parte dei partiti al progetto dell’inceneritore voluto da Gualtieri, peserà come un macigno sulle decisioni della dirigente che incontreremo nei primi giorni di settembre e da cui attendiamo risposte e coerenza. COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO

DENUNCIATA LA DISTRUZIONE DEL FOSSO DELLA CANCELLIERA ALL’INTERNO DEL TERRENO AMA DESTINATO ALLA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE DI SANTA PALOMBA

Come annunciato durante il presidio di martedì 8 luglio 2025, il giorno successivo i vari Comitati No Inc aderenti all’Unione hanno sporto denuncia ai Carabinieri del Divino Amore nei confronti delle persone direttamente o indirettamente coinvolte – tra il 27 e il 30 giugno – nella distruzione completa, a mezzo escavatori, della vegetazione ripariale del fosso della Cancelliera, chiedendo all’autorità giudiziaria di valutare eventuali ipotesi di reato per violazione delle norme in materia ambientale e di tutela del patrimonio paesaggistico, archeologico e culturale. Richiamate al riguardo le direttive europee e le normative nazionali. Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Piano territoriale paesaggistico regionale (PTPR) approvato con deliberazione del Consiglio regionale del Lazio n. n. 5 del 21 aprile 2021. Nell’esposto è stato tra l’altro rilevato che il fosso della Cancelliera rientra in parte nell’area di tutela archeologica all’interno del PTPR e che le opere in questione, oltre a non essere segnalate dalla cartellonistica prevista, non erano corredate dalle necessarie autorizzazioni ad operare su terreno gravato da vincoli archeologici né dalle autorizzazioni delle Autorità di Bacino e Demanio, competenti per gli interventi sul fosso della Cancelliera.

La direzione regionale rifiuti deve decidere sull’area a rischio ambientale intorno al sito di Roncigliano, ma non ci ridponde

40 anni di gestione criminale della discarica di Albano, ormai chiusa, hanno lasciato in eredità alla popolazione un pesante inquinamento dell’aria e delle falde. Lo hanno attestato centinaia di rapporti analitici e lo confermano gli ultimi di Arpa di inizio 2025. A soli 800 m, nel IX Municipio, il commissario Gualtieri si appresta ad avviare il cantiere dell’inceneritore che dovrebbe bruciare i rifiuti di Roma per i prossimi 35 anni. Le conseguenze devastanti dei fumi emessi dai suoi due camini negli anni di attività previsti, sommate ai veleni della discarica sarebbero una intollerabile minaccia per la vita delle persone e l’ambiente circostante. Presso la Direzione tecnica Ambiente e Rifiuti della Regione, guidata dall’ing. Wanda D’Ercole, è in corso da tempo l’annoso procedimento di caratterizzazione idrogeologica del sito che dovrà definire il quadro conoscitivo dell’inquinamento e la successiva bonifica delle falde e messa in sicurezza degli invasi dismessi. La stessa Direzione tecnica ha anche il compito di valutare e decidere in merito alla richiesta del Comune di Albano (dicembre 2023) di estendere alla discarica e all’area di salvaguardia circostante l’applicazione della legge 13/2019 sulle “aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. Il cattedratico professor Sappa, scelto come consulente regionale per definire stato e origini dell’inquinamento delle falde, dopo una relazione preliminare che noi abbiamo ritenuto lacunosa e insoddisfacente in alcune parti, si appresta ora a presentare quella definitiva, rilevante ai fini dell’accoglimento o meno della richiesta del Comune di Albano da parte della Regione. Al riguardo, dopo l’ultimo incontro di febbraio, a fine aprile avevamo inviato alla dirigente regionale una PEC, chiedendo chiarimenti circa la terzietà del consulente perché ci risulta che il prof Sappa abbia svolto consulenze nel 2004, 2010, 2011 fatturate dalla soc. Pontina Ambiente, proprietaria della discarica, come informò il PM Alberto Galanti durante il processo avviato nel 2014 contro Manlio Cerroni e soci, e ancora in fase di appello. A meno di convincenti controvalutazioni dalla dirigente che ad oggi non ci sono state, il potenziale conflitto di interessi del professore non può che comportare l’inevitabile richiesta della sua ricusazione e l’esposizione del caso all’autorità giudiziaria.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Presidio permanente contro la discarica Unione dei Comitati contro l’inceneritore

manifestazione contro l’inceneritore di Roma e le grandi opere, 17 maggio ore 10.00, Campidoglio

TUTTI IN PIAZZA PER RIBADIRE IL NOSTRO GROSSO NO ALL’INCENERITORE DI ROMA INSIEME A TUTTI I ROMANI SCOCCIATI DELLE GRANDI OPERE INUTILI E DANNOSE.

Il 7 maggio, dal sito di Roma Capitale, il sindaco che non conosce vergogna ha comunicato che è stata completata la “validazione tecnica” e aggiudicata la realizzazione dell’inceneritore ad Acea e soci.
La faccia tosta senza limiti del chitarrista, dopo averci propinato storielle di inquinamento zero, acqua calda ai romani, C02 catturata e sconti sulla tari continua a contrabbandare la sua fornace mortifera – i cui camini di 95 metri vomiteranno a 200 gradi almeno quattro miliardi di metri cubi di fumi inquinati l’anno –  come se fosse un giardino dell’eden, dove deliziarsi di serre didattiche, effluvi profumati e piante rigogliose.

E’ ARRIVATO IL MOMENTO IN CUI CHI NON VUOLE CONDANNARE SE STESSO E I PROPRI CARI A RESPIRARE VELENI PER I PROSSIMI DECENNI NON RESTI ALLA FINESTRA, SCENDA IN PIAZZA E SI ASSOCI ALLA NOSTRA LOTTA PER FERMARE IL FOLLE PIANO PER ROMA DEL SINDACO E COMMISSARIO STRAORDINARIO!

COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO E ROMA – PRESIDIO PERMAMENTE CONTRO LA DISCARICA

RICORDIAMO che pernla manifestazione al campidoglio contro l’ inceneritore di Gualtieri e altre opere devastanti
Il No. Inc./Presidio Permanente lotta contro la discarica
ha organizzato un AUTOBUS che partirà alle 8.45 davanti la discarica di Roncigliano, via Ardeatina km 24,640.
Per prenotare un posto sul bus, scrivete al No. Inc./Presidio Permanente lotta contro la discarica e sarete ricontattati.

 

 

Sabato 1 marzo ore 10.00 corteo alla regione Lazio

L’ARPA HA COMPLETATO I PRELIEVI INTORNO ALLA DISCARICA, ACEA COMINCIA I LAVORI PER L’ACQUEDOTTO AI VILLAGGI, MA L’INCENERITORE INCOMBE

MARTEDI’ 25 FEBBRAIO ore 18 c/o TRIPOLINI VILLAGGIO ARDEATINO via VILLAGGIO Ardeatino n.16 ASSEMBLEA VERSO CORTEO 1°MARZO ALLA REGIONE

Dopo il presidio del 24 gennaio la direttrice generale ing.ra Wanda d’Ercole, tecnici dell’ARPA e funzionari dell’ufficio bonifiche ci hanno ricevuto presso la direzione generale della Regione e ci hanno confermato il quadro preoccupante di inquinamento delle falde idriche della discarica sia per metalli pesanti sia per idrocarburi cloroderivati. I prelievi intorno alla discarica a monte e a valle confermeranno che l’inquinamento è dovuto alla discarica e non ad altro. Entro due mesi i risultati delle analisi saranno sottoposti al dott. Sappa dell’Università Sapienza che dovrà indicare i valori del fondo naturale e antropico.

A QUESTO PUNTO LA REGIONE CI DOVRA’ DIRE SE RONCIGLIANO E’ SITO A PARTICOLARE RISCHIO AMBIENTALE, FIN DOVE ARRIVERA’ L’AREA DI RISPETTO E SE INVESTIRA’ L’AREA DELL’INCENERITORE.

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Lunedì 10 febbraio, incontro con il sindaco Borelli

Il 10 febbraio alle 17,30 incontreremo il sindaco di Albano Massimiliano Borelli. Chiederemo risposte su diverse questioni per le quali è territorialmente competente. 1) Da un lato in merito al procedimento, avviato con ingiustificabile ritardo dalla Regione, che dovrebbe mettere in sicurezza gli invasi dismessi e porre fine all’inquinamento prodotto in quarant’anni dalla gestione criminale della discarica di Roncigliano. A parere della Regione il Comune dovrebbe gestire la relativa Conferenza di Servizi. 2) Dall’altro in merito alle conseguenze prodotte dalla decisione del sindaco della Capitale, commissario straordinario al giubileo e ai rifiuti, di realizzare un mega inceneritore di rifiuti indifferenziati tal quali a S. Palomba, su un terreno acquistato da AMA nell’ultimo lembo del IX municipio, a 800 metri dalla discarica e a confine con il territorio di Albano. In proposito, chiederemo a Borelli notizie e accertamenti sulla consistenza della recente ricerca catastale di LabUr, da cui risulterebbero incongruenze circa la posizione dei confini storici tra il territorio di Albano e il terreno acquistato da AMA, originariamente costituiti dal fosso demaniale di Cancelliera; sta di fatto che ora il percorso naturale del fosso risulta abusivamente deviato all’interno del terreno AMA e non segna più in quel tratto il confine territoriale tra Albano e Roma. Lo stesso LabUr ha sollecitato il sindaco di Albano a indagare e accertare la veridicità delle carte che da sole farebbero saltare i piani di Gualtieri. Forse non sapremo mai chi e quando abbia commesso l’abuso ma sappiamo che AMA e Gualtieri ne stanno approfittando per considerare il fosso naturale come semplice “opera idraulica,” quindi non più soggetta ai vincoli del demanio. Tanto è bastato ad AMA per chiedere la demanializzazione e poter spostare ulteriormente il fosso ai margini dell’area interessata all’inceneritore. Intanto, dopo la presentazione in pompa magna del progetto definitivo redatto da Acea che nessuno di noi ha potuto vedere, i tempi fissati dal cronoprogramma per l’inizio della realizzazione dell’inceneritore slittano sempre più avanti, sotto la pressione delle tante criticità emerse e dell’opposizione di decine di comitati. Ora Galtieri ha spostato a marzo prossimo l’avvio dei lavori, incurante della mole di irregolarità amministrative, di bugie sul reale impatto del forno e sui costi che graveranno sui cittadini romani.  Ancora non sappiamo se potremo visionare il piano economico finanziario e il progetto definitivo e se sarà resa pubblico l’iter della Valutazione di Impatto Ambientale. Ma sappiamo molto bene che la pretesa cattura della CO2 è di fatto inesistente, che il recupero di energia termica per riscaldamento è ridicolo e che la favola del “Parco dell’economia circolare” è un misero tentativo di nascondere l’inquinamento scaricato nell’ambiente dai due camini per oltre tre decenni. Sulle popolazioni coinvolte incombe dunque la minaccia di un disastro ambientale e sanitario che andrebbe a sommarsi a quello già prodotto in quarant’anni dalla vicina discarica di Albano. La richiesta alle direzioni regionali Ambiente e Rifiuti votata ad Albano, langue da tempo. Per questo, dopo il nostro recente presidio sotto la sede regionale, nel corso del quale tutti i tecnici informati e la dirigente si sono eclissati tra congedi e missioni, abbiamo chiesto e ottenuto un nuovo incontro e saremo in via di Campo Romano il 14 febbraio alle 11 con la dirigente Wanda D’Ercole, dalla quale attendiamo risposte e decisioni sulla messa in sicurezza della discarica e sull’istanza presentata dal Comune di Albano.