Tra il 15 e il 16 novembre scorso, nel cuore della notte, il sindaco metropolitano Gualtieri, nonché commissario alla gestione rifiuti e firmatario di un piano devastante imperniato sull’incenerimento, ha firmato l’ennesima ordinanza che impone la continuazione degli sversamenti dei rifiuti romani nella discarica di Albano fino al 15 dicembre, salvo ulteriori proroghe pressoché certe.
Dalla ripresa dei conferimenti (3 agosto 2021) ad oggi migliaia di tir hanno scaricato nel VII invaso non meno di 170 mila tonnellate di rifiuti maleodoranti e pieni di tutto che sommati a quelli bancati fino al 2016 hanno già abbondantemente superato le quantità e le volumetrie massime autorizzate dall’AIA del 2009 (450mila ton e 500mila metri cubi). Come risulta agli atti, i rifiuti totali erano già pari a 487.396 tonnellate e 513mila mc al 31 agosto 2022.
Nonostante la diffida da noi inviata in proposito alla Direzione Ambiente area AIA nel mese di settembre, per tutta risposta la Regione, anziché effettuare una verifica sui quantitativi già bancati, ha commissionato all’ENAV una misura aerea della “volumetria residua” ancora necessaria per portare la collina dei rifiuti alla fantomatica quota di 144 mt sul livello del mare.
Risposta: altri 108mila mc ancora “disponibili” per ammassare rifiuti. Nel frattempo, in vista della scadenza della terza ordinanza del sindaco metropolitano, la Direzione Ambiente regionale ha dato una mano chiudendo la conferenza di riesame dell’AIA e mettendo in moto la procedura di rinnovo, nonostante il parere della sua avvocatura che giudicava illegittimi tutti gli atti regionali successivi al 2006 compresa l’Autorizzazione Integrata Ambientale (B3695/2009) per l’attivazione del VII invaso, nonché il successivo spacchettamento e le due volture della stessa AIA, in particolare quella del ramo d’azienda VII invaso dalla soc Pontina Ambiente (sotto interdittiva) alla soc Ecoambiente. In base a quanto risulta dalla corrispondenza tra Regione e commissari prefettizi continuano però a mancare le fidejussioni per la gestione post mortem dell’invaso ed Ecoambiente non paga. Ad ora quindi la Regione sta tenendo in sospeso il rinnovo dell’AIA e ha dato 15 gg a Pontina Ambiente per pagare il corrispondente degli sversamenti 2011-2016. Quindi siamo all’incredibile per cui dal 16 novembre in poi stanno sversando senza autorizzazione. Gualtieri nella sua ordinanza dimostra di conoscere la situazione, ma semplicemente se ne frega.
Sono stati ancora una volta ignorati dalla Regione e dai sindaci metropolitani gli effetti gravissimi di 40 anni di gestione criminale della discarica sulla salute di centinaia di residenti e sull’inquinamento dell’aria e delle acque sotterranee.Ignorate le centinaia di sforamenti dei limiti legali per idrocarburi cancerogeni e metalli pesanti negli 11 pozzi interni al sito certificati da Arpa e da altri Enti e l’obbligo in capo alla CMRC di diffidare la soc. responsabile Pontina Ambiente per ogni caso di presenza eccedente tali limiti e quello della Regione di attivare da subito i procedimenti di caratterizzazione e della successiva bonifica. Ignorato il rapporto epidemiologico che dimostrava già nel decennio scorso un + 30% di mortalità per tumore ai polmoni e maggiori ospedalizzazioni per patologie respiratorie intorno al sito di Albano, così come a quelli delle altre discariche del Lazio. Ignorate le interdittive prefettizie antimafia a carico di Pontina Ambiente (gruppo Cerroni) nel 2006 e poi dal 2014 ad oggi, in barba alle quali la società ha continuato a gestire direttamente i suoi affari e ad intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni Regione, Provincia e Comuni conferenti. Gli atti omissivi o illegittimi a più mani sono documentati nero su bianco, così come sono evidenti le “distrazioni” dei prefetti di Roma e Latina che solo a luglio 2022 si sono accorti che Ecoambiente è una società del groppo Cerroni con chiari legami e condivisioni di interessi con Pontina Ambiente, sottoponendola a interdittiva e commissariamento solo dopo un anno di indisturbata gestione diretta degli affari.