In 130 giorni di presidio abbiamo constatato la quotidiana violazione della stessa ordinanza Raggi, con lo sversamento in discarica di qualsiasi cosa raccolta tal quale proveniente dai marciapiedi di Roma e non solo. Ci avviciniamo alla scadenza di tale ordinanza: i 180 giorni terminano il 15 gennaio e mentre continuiamo a pretendere l’immediata interruzione degli sversamenti ci dobbiamo preparare alle ipotesi peggiori. A gennaio saremo pronti a tornare a Roma di fronte alla Prefettura, che è anche la sede istituzionale della Città Metropolitana, per impedire qualsiasi proroga di questo disastro. Le 40.000 tonnellate scaricate da agosto ad oggi hanno dimezzato la capienza disponibile nel VII invaso, e già sono bastate ad infestare di puzza asfissiante tutta la zona esattamente come avvenne pochi anni fa quando reagimmo con ripetute proteste. Oggi i/le cittadini/e attivi/e sono costretti/e ad autogestirsi l’acqua potabile delle cisterne arrivate a seguito dell’inquinamento dei pozzi privati, ottenute grazie alla pressione sull’amministrazione di Ardea, la quale è comunque responsabile dei ritardi per l’arrivo dell’acquedotto pubblico. Tuttavia la mobilitazione di chi per 14 anni ha condotto la lotta contro l’inceneritore, la discarica ed oggi anche contro il biometano che un imprenditore in stretta relazione con Cerroni vorrebbe costruire, è riuscita a imporre l’arrivo delle fogne attese da 40 anni. Sembra ormai che il cantiere per le fognature stia per aprire e i lavori dovrebbero iniziare prima delle elezioni primaverili. Ciò dimostra che lottando si può ottenere qualcosa. Finora le iniziative alla Regione, all’ARPA, al tribunale di Velletri, ai Comuni di Albano, di Ardea e di Roma, i due cortei ad Albano non hanno sortito il risultato definitivo, ma la nostra opposizione è ben presente a tutte le controparti ed è necessario arrivare alla chiusura definitiva non solo della discarica, ma di tutto il sito di Roncigliano. Non è possibile dare credito alle istituzioni che parlano di “transizione ecologica” e gestiranno i cospicui fondi forniti ad essa dal PNRR se sono loro stesse, in accordo con l’imprenditoria dei settori rifiuti ed energia, a creare i problemi che vivono le popolazioni intorno alla discarica di via Ardeatina e in molte altre località. Il disastro ambientale che stanno provocando si ripercuoterà direttamente sulla salute della cittadinanza oggi e per intere generazioni: possiamo e dobbiamo impedirlo!
MOBILITIAMOCI ORA COME NON MAI E FERMIAMO LO SCEMPIO!