Manifestazione venerdì 10 settembre
La lotta per la chiusura della discarica di Roncigliano prosegue, nonostante intimidazioni e repressione
Al compimento del mese di presidio contro l’ordinanza Raggi e dopo venticinque giorni di sversamenti di spazzatura romana nella discarica di AlbanoRoncigliano, la questura di Roma emana un “foglio di via” della durata di 6 mesi per un nostro compagno del “Coordinamento contro l’inceneritore” preannunciandogli anche una denuncia per “blocco stradale” ed “interruzione di pubblico servizio”. La questura ricorre banalmente al più ottuso dei provvedimenti repressivi per contrastare una protesta autenticamente popolare contro la prepotenza commissariale che va ben oltre le7 la realtà dei fatti. Prepotenza norme e che si aggiunge a prepotenza senza timore di sprofondare nel ridicolo più totale. Attribuire un provvedimento di questo tipo ad un compagno sempre presente in 14 anni di lotta e che abita a pochi km dal sito di Roncigliano, anche se in un comune diverso, ma contiguo alla discarica rimasta aperta fino all’incendio del 2016, sembra essere un chiaro messaggio intimidatorio verso tutti/e quelli/e che stanno generosamente partecipando al presidio e alle altre numerose iniziative che hanno come obiettivo la chiu sura definitiva della discarica. Va precisato che il questore di Roma cita nella sua ordinanza precedenti per “rissa”, “resistenza a pubblico ufficiale” e addirittura “violazione della normativa in materia di armi” che sono menzogne inventate di sana piant a per le quali si sta valutando di chiamarlo a rispondere nelle sedi opportune oltre ovviamente a ricorrere immediatamente contro il suo provvedimento “di via”. Si vuole dare in pasto all’opinione pubblica una persona che, secondo le motivazioni scritte, s i “trattiene ad Albano al solo scopo di commettere azioni delittuose” in quanto “non vi svolge alcuna attività lavorativa regolare”. Falsa anche questa ultima affermazione, a meno che non sia reato essere assunti da precario guarda caso proprio ad Albano e trovarsi dal 30 giugno scorso disoccupato, in attesa di tempi migliori. Il “foglio di via”, va ricordato, è un atto che ha origine nella legislazione fascista e si vorrebbe ora applicare a chi è attivo nelle lotte sociali secondo quella logica poliziesca che ragiona ritenendo ogni conflitto il frutto dell’azione esterna e sovversiva di donne e uomini tendenti “per natura” al subbuglio. Se poi per “azioni delittuose” si intende il rallentamento dei TIR per lo sversamento dei rifiuti che inquinano tutta la zona, vergognarsene di sicuro non lo ha fatto solo il nostro compagno e non c’è di certo da Alla faccia della “transizione ecologica” e della famigerata “green economy”, il Comune di Roma, assistito dalla Regione Lazio, non trova di meglio da fare che continuare la ricerca di buche dove sversare l’enorme mole di rifiuti indifferenziati di ogni genere causando gravi danni per l’ambiente e la salute dei cittadini. Forse, e sottolineiamo il forse, le “azioni delittuose” potrebbero essere meglio ricercate da chi di dovere e che invece, continua a garantire con l’uso della forza pubblica e, a questo punto, con provvedimenti e denunce lo scempio contro cui ci stiamo opponendo, peraltro ignorando ad esempio l’interdittiva antimafia che ha coinvolto diverse società responsabili della discarica attuale di quella di Malagrotta, tutte riconducibile al noto “imprenditore” Manlio Cerroni. Senza la presenza costante di decine di agenti, probabilmente la popolazione presente avrebbe già rispedito verso il Campidoglio tutti i TIR carichi di immondizia.
Continuiamo la mobilitazione e le iniziative, tra le quali il presidio venerdì 3 settembre sotto la Regione Lazio (piazza Oderico da Pordenone) dalle ore 10.30 e la costruzione di una manifestazione quanto più partecipata possi bile ad Albano per la prossima settimana per ribadire il concetto che la discarica va definitivamente chiusa e che ogni forma di intimidazione e repressione non ci farà arretrare mai, neanche di un solo passo.
Comunicato sull’incontro con l’arpa
Oggi 26 agosto in rappresentanza del presidio permanente abbiamo incontrato alla sede Arpa di via Saredo il dirigente responsabile Tommaso Aureli, la dott. Rossana Cintoli e il dott. Sergio Ceradini.
Abbiamo chiesto loro perchè, in oltre tre settimane, abbiano effettuato solo due prelievi dei rifiuti in entrata nella discarica di Albano, poi il perché del ritardo nella diffusione dei risultati del prelievo del 3 agosto e l’attesa di due settimane nell’esecuzione del successivo prelievo del 16. Abbiamo rappresentato l’insofferenza dei residenti per questa situazione, dal momento che gran parte dei carichi dei TIR controllati visivamente durante i nostri sopralluoghi giornalieri sono o non trattati o non stabilizzati, come documentato in decine i foto e video in cui compaiono tra l’altro densi vapori, percolazioni, sacchette quasi intere, pneumatici forse di motorini, scheletro di passeggino ….
Abbiamo inoltre esposto la nostra insoddisfazione per il mancato controllo di tutti i piezometri interni al complesso, dal momento che i prelievi sono limitati solo a quattro degli undici pozzi interni secondo le disposizioni dell’ordinanza Raggi, ma in palese contrasto con l’inquinamento organico e inorganico in atto e il palese fallimento della bonifica del pozzo F1B.
Le risposte, benché motivate dalla limitata disponibilità di attrezzature e dai tanti impianti da monitorare, non ci hanno soddisfatto perchè a causa delle infinite lungaggini i risultati del 3 sui rifiuti SAF ancora non sono disponibili e lo saranno fra giorni, perché ad oggi nulla sappiamo sullo stato di quelli dei due impianti TMB della E. Giovi a Malagrotta e di quello dell’AMA a Rocca Cencia, perché infine è risultata evidente la scarsa comunicazione tra enti pubblici, come nell’occasione del mancato prelievo del giorno 10 dal momento che, su disposizione della Asl RM6, la discarica era chiusa da tre giorni.
Unica concessione la disponibilità verbale ad estendere i controlli in falda su tutti gli undici pozzi interni a data da definire. La lotta continua.
Comunicato stampa 25 agosto 2021
Ieri 24 agosto, il fermo più prolungato dei TIR imposto dai partecipanti al presidio, esasperati dall’arrivo dei rifiuti romani – per giunta maleodoranti e non trattati – non è stato gradito dalla ps che ha risposto alzando l’asticella con l’identificazione di due giovani. Stamattina l’irrigidimento era palpabile, scandito dal cordone in assetto antisommossa che ha impedito a chiunque di stazionare su via Ardeatina e di poter esercitare il diritto di controllare eventuali percolazioni all’arrivo dei mezzi.
A ciò si è aggiunto il comportamento gravissimo del comandante della polizia locale di Albano che negando l’evidente gocciolamento di due TIR, da noi segnalato e filmato all’interno, ha impedito che si procedesse al respingimento come avvenuto in tre occasioni precedenti. Altrettanto grave è l’irrigidimento della direzione di Ecoambiente che smentendo precedenti impegni verbali col Comune evita di fornire indicazioni giornaliere sui codici CER dei singoli mezzi in entrata, limita i nostri ingressi giornalieri e ci costringe a controlli visivi di due soli TIR scelti a scatola chiusa. L’assessore Sementilli non si scompone e tace. Il sindaco Borrelli non trova il tempo di scendere a valle. Arpa centellina i controlli. La Direzione regionale competente evita di rispondere.
Malgrado tutto, la lotta del presidio permanente continuerà fino alla chiusura della discarica e alla bonifica definitiva del sito di Roncigliano.
26 agosto presidio sotto la sede di ARPA in via Saredo 52, ore 10 e incontro con il dott. Aureli.
3 settembre, ore 10,30 presidio sotto la sede della Direzione regionale Ciclo dei Rifiuti e incontro con i dott. Wanda D’Ercole e Vito Consoli.
Aggiornamenti dalla discarica: i camion in arrivo con i rifiuti che fermentamo all’interno…
Stamattina 18 agosto abbiamo passato al setaccio su via Ardeatina i Tir in arrivo a Roncigliano, provenienti da Malagrotta e Rocca Cencia. Tutti con evidenti gocciolamenti posteriori che abbiamo documentato e denunciato con foto e video. Dopo aver respinto l’irrigidimento della direzione interna che ci vietava di filmare all’interno e minimizzava sulla natura delle percolazioni, abbiamo chiesto di parlare col direttore e alla fine ottenuto libero accesso per documentare lo stato dei rifiuti. Le nuvole intense di vapore che si levavano durante lo sversamento e l’aspetto del misto indifferenziato, certamente non trattato né stabilizzato, hanno un’unica spiegazione logica: i rifiuti stipati nei tir erano già in piena fermentazione innescata dalla presenza di sostanze organiche e umidità, con conseguenze formazione di abbondanti condense a causa del contrasto termico con l’ambiente esterno mattutino. Tutto documentato e sotto gli occhi del sindaco che nel frattempo era sopraggiunto in discarica. Uno dei mezzi in arrivo, dall’evidente gocciolamento di percolato scuro che abbiamo raccolto, filmato e fatto visionare dal sindaco, è stato bloccato dai presenti al presidio ottenendo poi che fosse controllato alla nostra presenza, compresi i documenti di viaggio passato alla pesa e respinto al mittente, soc. E.Giovi, proveniente dal TMB 2 di Malagrotta.
Primo bilancio dopo la criminale riapertura del VII invaso della discarica di Albano
Le due ordinanze Raggi del 15 e 16 luglio, che hanno imposto l’arrivo giornaliero di tir stracarichi di rifiuti indifferenziati romani, sono la dimostrazione del fallimento, dell’incapacità e dell’inadeguatezza della sindaca a dotare Roma di una decente raccolta differenziata dei rifiuti e ad avviare la loro riduzione a monte. Nel balletto indegno e inconcludente tra Comune e Presidenza regionale a cui abbiamo assistito in questi mesi la Raggi si sta giocando sulla pelle delle popolazioni castellane le sue illusorie speranze di rielezione nell’imminente campagna elettorale. Non si è fatta perciò scrupolo di ignorare il perdurante inquinamento organico ed inorganico delle falde accertati nel 2019 e nel 2020, benché in presenza di una bonifica fasulla miseramente fallita. Le ordinanze, compresa quella di Zingaretti, si sono inoltre avvalse di una presunta validità dell’AIA del 2009, morta e seppellita dall’agosto 2019, ma riportata in vita da due determinazioni dell’ex dirigente regionale Flaminia Tosini ritenute manifestamente illegittime – tutti elementi più che sufficienti per rendere impraticabile qualsiasi ipotesi di riattivazione del VII invaso. La risposta della popolazione locale e di quella dei Comuni vicini è stata immediata e si è tradotta dal 30 luglio in un presidio giornaliero davanti ai cancelli della discarica e dal 2 agosto nel contrasto all’ingresso dei mezzi, difesi e scortati da forze dell’ordine in quantità industriale. Siamo entrati ogni giorno a verificare l’aspetto e i miasmi dei rifiuti provenienti dai TMB di Malagrotta e Rocca Cencia scaricati dai tir: uno schifo assoluto. Non altrettanto possiamo dire per Arpa Lazio che si è presentata a prelevare campioni il 2 e il 3 e poi è scomparsa proprio quando – compreso oggi – sono stati sversati rifiuti con codice CER riconducibile al FOS (Organico stabilizzato) pieni di tutto meno che di stabilizzazione. Non altrettanto possiamo dire per i sindaci, a partire da quello di Ardea interessato più a sostenere la “bontà” dello schifo che entrava e ad attaccarci, piuttosto che a proteggere i suoi concittadini. Quello di Albano poi, dopo le iniziali dichiarazioni sul controllo giornaliero dei mezzi in ingresso, non ha dato seguito alle promesse, salvo qualche sporadica comparsa al presidio. Dopo il pronunciamento negativo del TAR sulla sospensiva del ricorso comunale contro le ordinanze, l’inconcludente incontro del 10 con il prefetto Piantedosi che ha ritenuto di non pronunciarsi sull’inquinamento delle falde, sull’illegittimità degli atti della direzione regionale e che invece ritiene non rilevante l’interdittiva antimafia, c’è voluta la giornata di oggi 12 agosto, per costringere il sindaco a scendere a valle e ad ascoltare la voce dei partecipanti al presidio. Giornata che – dopo il fermo da venerdì imposto dalla Asl – è stata segnata dall’esasperazione popolare costretta già a convivere con la puzza che emana dall’invaso e dai modi brutali dei ps nel trascinare come sacchi quanti sedevano a terra per contrastare l’imponente colonna di mezzi in arrivo. Lo stallo imposto dai resistenti a terra è cessato quando la dirigente ps si è impegnata a contattare e richiedere la presenza del sindaco che nel pomeriggio abbiamo informato dello stato indicibile dei rifiuti entrati invitandolo a dar seguito immediato alla lettera da lui inviata all’Arpa e ad esigere che la stessa si presenti questa mattina e nei giorni seguenti a fare i prelievi dei rifiuti allo scarico. La mobilitazione continua a oltranza e questa mattina nuovamente i cittadini sono riusciti a far venire in discarica il sindaco di Albano e l’assessore ai rifiuti. Ma l’Arpa per il momento non sembra intenzionata a rispondere a nessuna richiesta. E’ indispensabile che l’ARPA invece faccia il suo dovere!
APPELLO A SOSTENERE E DARE CONTINUITA’ AL PRESIDIO!
Intervento del coordinamento contro l’inceneritore al Bio distretto di Ariccia
Ieri sera, una delegazione del coordinamento contro l’inceneritore è stata invitata a parlare sul palco di un concerto organizzato presso il Bio distretto di Ariccia, per chiedere la chiusura immediata della Discarica di Roncigliano. Di seguito potete vedere il video dell’intervento.
Ringraziamo gli organizzatori del Bio distretto di Ariccia per averci dato la possibilità di dar voce alle decine di cittadini che da giorni sono in presidio permanente di fronte ai cancelli della discarica di Roncigliano.
Aggiornamenti dalla discarica
Stamattina, il presidio permanente che si è creato fuori ai cancelli della discarica, è riuscito a bloccare temporaneamente la via Ardeatina, riuscendo, almeno per poco, a vietare l’accesso dei compattatori in entrata. Un gesto simbolico, per attirare l’attenzione sulla gravità di quanto sta accadendo a Roncigliano. Qui sotto potete vedere dei video che testimoniano come nella discarica stia finendo il rifiuto tal quale, contrariamente a quanto disposto dall’ordinanza, la quale prevede lo sversamento solo dei rifiuti trattati e della frazione organica stabilizzata (Fos). Che ci fosse qualcosa che non andava lo si era pensato subito, visti gli odori forti emanati dalla discarica e che tutto facevano pensare meno che a dei rifiuti pretrattati, ma ora questi video ne sono putroppo una triste conferma.
Domani, venerdì 6 agosto alle ore 21, assemblea pubblica di fronte ai cancelli della discarica
La resistenza continua
Dopo la partecipatissima assemblea di ieri sera di fronte ai cancelli della discarica, anche stamane ci si è dato appuntamento per monitorare l’arrivo dei compattatori, che putroppo continuano ad entrare con il loro nefasto carico. L’odore forte dei rifiuti, che si inizia a percepire nell’aria, non ha scoraggiato gli abitanti dei villaggi, che oramai da giorni si danno appuntamento all’alba di fronte ai cancelli della discarica, ben protetta da uno schieramento costante di forze dell’ordine. Bell’esempio di come la politica sa calare la mano per calpestare i diritti delle popolazioni locali, come sempre meri spettatori di decisioni prese in altre, più istituzionali, sedi.