La discarica di Albano deve essere chiusa per sempre

Ieri 1 luglio 2021,  come Associazione contro tutte le nocività – Coordinamento No Inc, Alternativa Sostenibile, Comitato Risanamento Ambientale, Coordinamento Energia Rifiuti Lazio, nel corso di una video riunione, abbiamo richiesto al direttore regionale dott. Vito Consoli, subentrato di recente al posto dell’inquisita ing. Flaminia Tosini, di valutare e fornirci risposte sulla serie di anomalie e forzature delle procedure amministrative formulate nelle determinazioni regionali del 31 ottobre 2019  e del 5 ottobre 2020 a firma della stessa dirigente.

Atti grazie ai quali la validità dell’Autorizzazione Ambientale (AIA) del 2009, benché dichiarata defunta nel 2019 è stata protratta fino all’ottobre 2024 e poi volturata alla soc. ColleVerde per il TMB e alla soc. Ecoambiente  per il VII invaso.

Con la conseguenza che in questo momento il VII invaso è disponibile per ingoiare rifiuti e permette a una qualsiasi Raggi di tentare l’operazione.

Al riguardo abbiamo chiesto risposte sull’avvenuto deposito o meno dei documenti richiesti dalla Regione alla soc. Ecoambiente entro il 5 aprile 2021ai fini della voltura dell’AIA, in caso contrario la determina del 5 ottobre 2020 dovrebbe essere dichiarata decaduta.

Abbiamo infine chiesto al dott. Consoli di intervenire sull’altra anomalia, grazie alla quale l’Arpa Lazio, a fronte dell’accertato e continuato inquinamento organico delle falde, esegue controlli solo biennali e solo su quattro pozzi anziché su tutti quelli presenti nel sito. Benché sia formalmente aperto un procedimento di bonifica, non se ne vedono i segni, come non li abbiamo visti nella bonifica farsa del 2016.

Non abbiamo avuto risposte ma solo ascolto e disponibilità a studiare atti e documenti, mentre non aspetta e incombe la minaccia dell’ordinanza Raggi incurante del suo palese conflitto di interessi  e dei disastri dei piani rifiuti capitolini.  

Assemblea pubblica, sabato 24 aprile,ore 16.30, Villaggio Ardeatino c/o Tripolini

LA REGIONE HA ARCHIVIATO LA RICHIESTA DI CESARO -COLLEVERDE PER COSTRUIRE IL GRANDE IMPIANTO PER BIOMETANO A RONCIGLIANO.

E’ naturalmente molto positivo il fatto che l’erede della Tosini abbia archiviato il progetto dell’ing. Baruchello, ma questo fatto non mette fine al tentativo di continuare ad usare il sito di Roncigliano per fare soldi con i rifiuti e ammorbare le popolazioni. Respinto il primo attacco dell’accoppiata Cerroni-Cesaro rimane in piedi l’ordinanza della Tosini del 31 ottobre 2019; almeno in teoria quindi gli affittuari della Pontina Ambiente potrebbero ripristinate il TMB e ricominciare l’assillo che sembrava sepolto con l’incendio del 2016. L’archiviazione  del dott. Vito Consoli è motivata con il mancato rispetto dei termini temporali per la presentazione dei documenti aggiuntivi richiesti nella prima fase del procedimento di valutazione di impatto ambientale aperto lo scorso novembre.

Questo vuol dire che nulla è stato  messo in discussione in merito alla natura del progetto, della sua pericolosità, dell’impatto su territorio e umani. Questi aspetti si sarebbero affrontati eventualmente nella conferenza dei servizi a conclusione del procedimento di VIA.

Rimane tra le ipotesi plausibili il ricorso al TAR dei signori proponenti con il rischio non trascurabile di esito favorevole per il signor padrone.

Nel frattempo potrebbero maturare i tempi per la rimessa in funzione del VII invaso sotto la nuova maschera della “Borgo Montello srl”,  anche alla luce della crisi permanente della gestione dei rifiuti romani.

A contorno di quanto detto ricordiamo che dopo il presidio di fine gennaio al Comune di Ardea con la promessa di avviare entro una settimana le pratiche del cantiere- fogne, nulla è stato fatto nel perfetto stile dell’amministrazione Savarese.

Concludendo, non si tratta solo di tenere alta la guardia sul sito di Roncigliano, ma di prendere atto del fatto che gli impianti a biometano da rifiuti, ci stanno praticamente circondando…ad Anzio uno attivo da anni, a Velletri un altro autorizzato, ad Artena un altro è a VIA, mentre si continua  a valutare l’apertura di discariche nel comune di Aprilia accanto a Montagnano.

L’arresto della Tosini ha forse fatto riflettere i burocrati regionali, ma senza mobilitazione diretta popolare, si rischiano comunque danni.

Comunicato stampa- COORDINAMENTO REGIONALE ENERGIA RIFIUTI

In merito alle notizie o considerazioni che annunciano una prossima revoca di autorizzazioni e delle procedure di VIA relative all’impianto a biometano proposto dalla società Colleverde srl notiamo che allo stato si tratta di impressioni o deduzioni prive di effetti concreti. Prendiamo atto del fatto che il nuovo funzionario dott. Vito Consoli responsabile dell’area VIA regionale ha dichiarato doverosamente l’intenzione di verificare le determinazioni dell’ing. Flaminia Tosini in ordine alle volture e alla dilazione dei termini di validità dell’AIA per il complesso impiantistico nel sito di Albano – Roncigliano, inteso come VII invaso, centrale a biogas  Semia-Green, relitto TMB ex Pontina Ambiente.

Per quanto riguarda la trasformazione del TMB in impianto di produzione di cosiddetto biometano ci viene riferito che il funzionario sopra citato avrebbe fatto capire di essere poco propenso a dare seguito alla richiesta della Colleverde srl.

A nostro avviso la cosa va fatta uscire dalla dimensione delle impressioni e delle interpretazioni, producendo atti concreti che nel caso chiudano la procedura VIA archiviando la proposta di impianto industriale per biometano liquido.

D’altra parte, se l’ing. Tosini con l’ordinanza del 31 10 2019, oltre ad autorizzare il ripristino del TMB incendiato, ha potuto archiviare il procedimento di revisione dell’AIA del 2009 iniziato nel 2015 senza particolari spiegazioni, allora si può oggi archiviare la proposta della Colleverde anche entrando nel merito dell’impianto.

Oppure l’ordinanza della Tosini non si poteva fare, come abbiamo sostenuto nel nostro ricorso al TAR, allora il procedimento VIA per il biometano della Colleverde non doveva neanche cominciare essendo l’AIA del 2009 scaduta almeno nell’agosto 2019.

Lo scrivente Coordinamento ha affrontato dal 2018 la situazione di Pontina Ambiente in seguito al contratto di locazione alla Colleverde con numerose assemblee in tutto il territorio, dai villaggi ardeatini al centro storico di Albano, nonché con un presidio presso la regione Lazio già il 28 febbraio dello scorso anno. Abbiamo rappresentato l’opposizione popolare alle soluzioni impiantistiche di varia natura nel trattamento dei rifiuti portando diverse centinaia di persone in corteo il 7 dicembre 2019 nelle vie di Albano.

Abbiamo recapitato all’area VIA regionale nel febbraio scorso un corposo documento di osservazioni inerenti l’impianto industriale in quanto tale, piuttosto che i contorni procedurali o giuridico amministrativi.

Ancora il 13 marzo scorso abbiamo praticato la piazza in Albano con una partecipata assemblea informativa ove abbiamo una volta di più chiarito il danno rappresentato per le popolazioni locali dall’impianto paventato e più in generale il pericolo per le coltivazioni agricole che usassero come ammendante il digestato uscente dagli impianti anaerobici come quello di cui si parla. In quella sede ci siamo impegnati a proseguire la mobilitazione popolare che in effetti continuiamo ad alimentare tornando in assemblea al villaggio ardeatino la prossima settimana e a Velletri agli inizi di maggio.

Crediamo sia nell’interesse pubblico impedire la costruzione del biometano a Roncigliano, ma non vanno bene gli impianti biometano analoghi, a Velletri con l’autorizzazione dell’area metropolitana già in tasca, nè quello in funzione ad Anzio, ma neanche quello di Artena oggi all’ufficio VIA regionale, abbiamo presente infine la cosa peggiore prevista nel Piano rifiuti: il maxi impianto a Colleferro con annesso biogas-biometano in cantiere per il prossimo anno, almeno in teoria.

Presidio contro l’impianto rifiuti biometano a Cecchina- Roncigliano. Sabato 13 marzo ore 10.30, Piazza S. Pietro, Albano

E’ il caso di cominciare a far vedere l’opposizione alla messa a profitto del nostro territorio tramite l’uso dei rifiuti con la presenza di esseri umani in carne ed ossa. L’ultimo erede di Cerroni si chiama Cristiano Cesaro da Eraclea Venezia. L’impianto proposto, sempre nel sito della discarica viene presentato come gioiello della transizione verde.

Benchè il signor industriale abbia già modificato il progetto originario, utilizzando la forsennata corsa alle osservazioni presentate anzitempo, cancellando il modulo REMAT (recupero materia) proposto in pieno vincolo del fosso di Valle Caia, rimane la sostanza: decine di mezzi pesanti ogni giorno trasporteranno le 120.000 tonnellate anno, 400 t giorno da stoccare nell’area devastata da 40 anni di discarica e TMB, tenere in piedi la fermentazione nei digestori, estrarre il metano dal gas sporco così prodotto, portarlo a liquefazione e raccoglierlo in bombole, come l’anidride carbonica. Il signor Cesaro dopo aver incassato congrui incentivi continuerebbe a fare cassa con la vendita di metano e C02, gli rimarrebbe da pagare il gas fossile Snam che brucerebbe per alimentare la fermentazione.

Il cerchio si chiuderebbe ancora una volta sulla pelle delle solite nostre popolazioni.

Per questo non può bastare fare conferenze telematiche e far volare pezzi di carta. Serve l’impegno visibile in prima persona, quello che ha impedito la costruzione dell’inceneritore e che ha spinto tutte le amministrazioni ad adottare una raccolta differenziata che, bene o male, ha dimostrato come per trattare i rifiuti si può fare a meno di discariche, TMB e mostri industriali vari.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Fognatura e rete idrica a Montagnano: breve cronistoria della vergogna

Era il lontano luglio 2016,  una comparsata dell’ex sindaco Luca Di Fiori durante uno dei nostri tanti presidi davanti alla discarica di Roncigliano a seguito dell’incendio al TMB, ci comunicava che la Regione aveva sbloccato il finanziamento per l’allaccio al depuratore intercomunale dei Castelli delle fogne dei villaggi di Montagnano.

Ottobre 2016 durante una nostra manifestazione sotto la Regione, ricevuti da quest’ultima apprendemmo che erano stati stanziati, ma non erogati, un milione 380mila euro a favore del Comune di Ardea per realizzare gli impianti fognari dell’area di Montagnano e l’allaccio al depuratore intercomunale dei Castelli.

Nel 2017 dopo l’insediamento della consigliatura Savarese M5S ci presentammo con tutti gli incartamenti dal Presidente del Consiglio Lucio Zito che chiaramente all’oscuro di tutto accolse benevolmente, solo in apparenza, le notizie riferitegli.

Da quel momento in poi un susseguirsi di notizie:

  • Verifica e modifica del progetto per l’attraversamento del fosso consortile, presentato in Regione per l’approvazione.
  • Due cittadini non vogliono cedere un pezzo di terra per poter posizionare  le pompe, iniziano le trattative. Ancora oggi, la situazione sembra non essere ancora risolta ma di contro non risulta più come problematica che possa bloccare i lavori.
  • Alla Regione risultano ancora dei debiti comunali da saldare.
  • Il Comune incontra la Regione, il problema sembra risolto.
  • Zito dovrebbe dare incarico al dirigente Calcagni di contattare la soc. Idrica Spa.
  • Calcagni riferisce che Idrica non inizia i lavori se non vede il dinero.
  • Fermi tutti in Regione: risultano ancora debiti addirittura risalenti al 2012 per l’abbattimento di palazzine in zona Salzare si deve tornare a parlare con la ragioneria della Regione.
  • La Regione accetta il pagamento dilazionato in 20 anni, a parole, perché al 29 settembre 2020 gli atti propedeutici alla dilazione non erano stati ancora evasi.
  • Analogo stallo per la rete idrica pubblica: dopo l’incontro nel 2017 tra sindaco Di Fiori, un dirigente di Acea Ato2 e il responsabile di Idrica, concluso con la lettera di incarico ad Acea, tre anni  di oscillazioni inconcludenti della giunta, tra rinnovo della concessione ad Idrica o affidamento della gestione di reti e depurazione ad Acea.

11° DISCAMPING CONTRO DISCARICHE, INCENERITORI, BIOMASSE, BIOMETANO, PER UNA SANITÀ PUBBLICA LIBERATA DAGLI SFRUTTATORI PRIVATI

Dopo l’ordinanza della Regione Lazio dell’ottobre scorso che trasferisce alla ColleVerde SRL di Cristiano Cesaro l’autorizzazione già della Pontina Ambiente, incombe su tutta l’area circostante la discarica e il TMB di Roncigliano la realistica possibilità di altri 20 anni di traffico e trattamento di rifiuti. La recente approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti che dovrebbe prevedere il superamento dei TMB, di fatto consente di prorogare all’infinito il sistema discariche inceneritori con l’opzione forte per gli impianti biogas biometano rappresentata bene dal futuro maxi-impianto di Colleferro.

D’altra parte sia per Roncigliano che per Guidonia la dirigente Tosini indica nel 2024 la validità dell’AIA dei due TMB, cosa che va nella direzione ricordata. Che dal 2015 fosse aperta una conferenza dei servizi per la revisione dell’AIA del complesso TMB/DISCARICA della Pontina Ambiente e che quest’ultima, come tutto il gruppo COLARI, sia sottoposta dal 2014 ad interdittiva antimafia è tranquillamente accantonabile sia da parte della Regione che dai tribunali.

Il TAR LAZIO E IL CONSIGLIO DI STATO hanno respinto la richiesta  del Comune di Albano di sospensione cautelativa dell’ordinanza regionale, ora bisognerà attendere il giudizio di merito e noi siamo in causa, ma la magistratura con diverse sentenze penali e amministrative ha fatto capire di essere nelle braccia degli speculatori della &monnezza&, quelli stessi che &chiudono il ciclo dei rifiuti&coi bei falò della ECOX di Pomezia o della LOAS di Aprilia. Gli incendi a ripetizione si sposano con l’inquinamento delle falde e alimentano l’aggressione alla salute delle popolazioni.

Nelle nostre ultime iniziative per il rilancio della sanità pubblica abbiamo insistito nel denunciare l’incidenza delle patologie oncologiche nelle aree prossime alla discarica, per sostenere un adeguato rafforzamento del dipartimento di prevenzione e per fare dell’ARPA un adeguato presidio della salute pubblica piuttosto che l’attuale ente per cui tutto va bene madama la marchesa.

NON SI TRATTA SOLO DI DARE CONTINUTA’ ALLA MOBILITAZIONE POPOLARE MA DI RILANCIARLA IN MODO ADEGUATO.

SABATO 5 SETTEMBRE ORE 18,00 ASSEMBLEA AL VILLAGGIO ARDEATINO SU RIFIUTI E DINTORNIKM 24,5 VIA ARDEATINA; ORE 20,30 CENA SOCIALE PER CASSA LEGALE C/O TRIPOLINI, VIA VILLAGGIO ARDEATINO 16

DOMENICA 6 SETTEMBRE ORE 18,00 ASSEMBLEA SANITA’ RM6 – KM 24,5 VIA ARDEATINA; ORE 20,30 CENA SOCIALE C/O TRIPOLINI

Comunicato stampa iniziativa alla asl RM6

COMUNICATO STAMPA – ALBANO LAZIALE 4 AGOSTO 2020

Si è svolta oggi 4 agosto 2020 presso la direzione generale della ASL RM6 un’iniziativa dei coordinamenti per la sanità pubblica di Roma, Velletri, Castelli Romani, che si è articolata in un volantinaggio di massa e un incontro con il direttore del dipartimento territorio, nonché direttore sanitario facente funzioni. Il dottor Marco Mattei ha confermato quanto già dichiarato dal direttore generale circa la riapertura dei punti nascita e delle pediatrie di Velletri e Anzio, previste per il prossimo ottobre in subordine alla assenza di nuove emergenze pandemiche. Il PIANO DI RECUPERO DELLE VISITE AMBULATORIALI presentato e approvato dalla Regione prevede entro la fine dell’anno lo smaltimento di 120 mila appuntamenti comprensivi dei 100 mila pregressi. La Regione dà facoltà di nuove assunzioni che sicuramente non copriranno i deficit di pianta organica accumulati nell’ultimo decennio. La direzione riconosce la validità del decreto legislativo 124 /98 che prevede l’accesso dei cittadini all’intramoenia a carico del sistema sanitario in caso di non osservanza delle priorità indicate dal medico di base anche se è mancato un impegno preciso alla pubblicizzazione di questa facoltà. Sono state comunicate una serie di informazioni circa la coperture di funzioni mediche mancanti, per es. un ortopedico al distretto ArdeaPomezia o la fornitura di apparecchi diagnostici nelle varie sedi. Sulle questioni più generali riguardanti l’abolizione dell’intramoenia, la revisione globale della medicina territoriale, l’internalizzazione dei medici di base e il superamento del regime di convenzione, e il rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione non si è andati oltre una generica “condivisione” e la devoluzione della trattazione ad altre e più “alte” sedi. Il dottor Mattei si è mostrato ‘stranamente’ sorpreso della mancata pubblicazione nel sito regionale dei dati della Asl Rm 6 relativamente alla coerenza prestazioni/priorità. Nella lettera di richiesta incontro si erano già poste alcune questioni. Adesso è necessario rinnovarle con differenti accessi agli atti: consistenza e distribuzione del personale in servizio, per funzione e tipologia contrattuale; tempi e corrispondenza tra prestazioni e priorità. E’ stato insomma il passaggio ulteriore di un percorso che ci vede impegnati da anni per contrastare il processo di depauperamento della sanità pubblica a vantaggio della privata imprenditoria, ma la strada è ancora molto lunga. COORDINAMENTO SANITA’ CASTELLI ROMANI COORDINAMENTO VELITERNO PER SANITA’PUBBLICA COORDINAMENTO CITTADINO SANITA’ ROMA