Il 24 settembre abbiamo incontrato la responsabile della Direzione Regionale Ambiente e Rifiuti, ing. Flaminia Tosini per porle precise domande sulle tante criticità, tutt’ora immutate, prodotte dalla dissennata gestione della discarica Pontina Ambiente di Albano Laziale e sulla possibilità che riapra il conferimento dei rifiuti nel VII invaso.
Alle domande sulla mancata caratterizzazione delle falde, sulla bonifica dei pozzi inquinati e dei vecchi invasi, sulla realizzazione dei nuovi pozzi spia previsti, sulla captazione ridicola del biogas e del percolato, sui controlli delle emissioni degli impianti di combustione del biogas e di quelle diffuse, sui mancati o ridotti controlli di Arpa delle acque di falda, sono seguite risposte elusive, reticenti o non risposte.
Abbiamo il documento regionale che testimonia i suoi contatti con Rida e Pontina Ambiente per riaprire il conferimento nel sito di Roncigliano ma lei ha glissato, non mancando di farci sapere che ritiene necessarie altre discariche. Ecosicura attende con ansia.
Sul punto mancate bonifiche e caratterizzazione idrogeologica si è ripetuta la collaudata tecnica dello scarica barile verso altra Direzione Regionale, Città Metropolitana e Comune di Albano.
La stessa dirigente, dopo la relazione di ARPA Lazio (2014) che accertò ben 19 violazioni delle prescrizioni dell’AIA 2009 nella gestione di invasi vecchi e nuovi, TMB e impianti a biogas, aveva già avuto modo di distinguersi ammorbidendo l’iniziale diffida, dilatandone i tempi e riducendo gli interventi imposti alla società di Cerroni. Nel frattempo per il quinto anno consecutivo le falde sottostanti la discarica risultarono inquinate da un idrocarburo cancerogeno. Anziché trarre le conseguenze del disastro chiudendo il sito, l’ing. Tosini decise di avviare il riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e convocò nel 2016 una conferenza dei servizi congelata dopo due sedute a seguito dell’incendio al TMB del 30 giugno 2016 e del sequestro della Procura di Velletri.
Ora l’ing. Tosini (o chi forse la sostituirà) vuole riaprirla, dice lei, per estendere l’applicazione dell’AIA a tutte le impiantistiche del sito e rendere operative tutte le prescrizioni e i controlli relativi. Ma nella perdurante latitanza del Piano Regionale Rifiuti siamo ben consapevoli che la sua attenzione andrà ad ogni sito in cui sia possibile scaricare i rifiuti provenienti dai TMB, visto che ritiene insufficienti le tre discariche ad oggi attive nel Lazio.
L’unico contentino che ci ha concesso è che forse chiederà ad ARPA di controllare anche i pozzi ultimamente ignorati e che ci darà accesso ai documenti con cui Pontina Ambiente rendiconta l’attuale “ottemperanza” alle prescrizioni di base.
Naturalmente non crediamo che stia ottemperando alcunché e ci opporremo in ogni modo a qualsiasi tentativo di riaprire il sito che ha seminato in trent’anni inquinamento, malattie e tumori.