Primo bilancio dopo la criminale riapertura del VII invaso della discarica di Albano

Le due ordinanze Raggi del 15 e 16 luglio, che hanno imposto l’arrivo giornaliero di tir stracarichi di rifiuti indifferenziati romani, sono la dimostrazione del fallimento, dell’incapacità e dell’inadeguatezza della sindaca a dotare Roma di una decente raccolta differenziata dei rifiuti e ad avviare la loro riduzione a monte. Nel balletto indegno e inconcludente tra Comune e Presidenza regionale a cui abbiamo assistito in questi mesi la Raggi si sta giocando sulla pelle delle popolazioni castellane le sue illusorie speranze di rielezione nell’imminente campagna elettorale. Non si è fatta perciò scrupolo di ignorare il perdurante inquinamento organico ed inorganico delle falde accertati nel 2019 e nel 2020, benché in presenza di una bonifica fasulla miseramente fallita. Le ordinanze, compresa quella di Zingaretti, si sono inoltre avvalse di una presunta validità dell’AIA del 2009, morta e seppellita dall’agosto 2019, ma riportata in vita da due determinazioni dell’ex dirigente regionale Flaminia Tosini ritenute manifestamente illegittime – tutti elementi più che sufficienti per rendere impraticabile qualsiasi ipotesi di riattivazione del VII invaso. La risposta della popolazione locale e di quella dei Comuni vicini è stata immediata e si è tradotta dal 30 luglio in un presidio giornaliero davanti ai cancelli della discarica e dal 2 agosto nel contrasto all’ingresso dei mezzi, difesi e scortati da forze dell’ordine in quantità industriale. Siamo entrati ogni giorno a verificare l’aspetto e i miasmi dei rifiuti provenienti dai TMB di Malagrotta e Rocca Cencia scaricati dai tir: uno schifo assoluto. Non altrettanto possiamo dire per Arpa Lazio che si è presentata a prelevare campioni il 2 e il 3 e poi è scomparsa proprio quando – compreso oggi – sono stati sversati rifiuti con codice CER riconducibile al FOS (Organico stabilizzato) pieni di tutto meno che di stabilizzazione. Non altrettanto possiamo dire per i sindaci, a partire da quello di Ardea interessato più a sostenere la “bontà” dello schifo che entrava e ad attaccarci, piuttosto che a proteggere i suoi concittadini. Quello di Albano poi, dopo le iniziali dichiarazioni sul controllo giornaliero dei mezzi in ingresso, non ha dato seguito alle promesse, salvo qualche sporadica comparsa al presidio. Dopo il pronunciamento negativo del TAR sulla sospensiva del ricorso comunale contro le ordinanze, l’inconcludente incontro del 10 con il prefetto Piantedosi che ha ritenuto di non pronunciarsi sull’inquinamento delle falde, sull’illegittimità degli atti della direzione regionale e che invece ritiene non rilevante l’interdittiva antimafia, c’è voluta la giornata di oggi 12 agosto, per costringere il sindaco a scendere a valle e ad ascoltare la voce dei partecipanti al presidio. Giornata che – dopo il fermo da venerdì imposto dalla Asl – è stata segnata dall’esasperazione popolare costretta già a convivere con la puzza che emana dall’invaso e dai modi brutali dei ps nel trascinare come sacchi quanti sedevano a terra per contrastare l’imponente colonna di mezzi in arrivo. Lo stallo imposto dai resistenti a terra è cessato quando la dirigente ps si è impegnata a contattare e richiedere la presenza del sindaco che nel pomeriggio abbiamo informato dello stato indicibile dei rifiuti entrati invitandolo a dar seguito immediato alla lettera da lui inviata all’Arpa e ad esigere che la stessa si presenti questa mattina e nei giorni seguenti a fare i prelievi dei rifiuti allo scarico. La mobilitazione continua a oltranza e questa mattina nuovamente i cittadini sono riusciti a far venire in discarica il sindaco di Albano e l’assessore ai rifiuti. Ma l’Arpa per il momento non sembra intenzionata a rispondere a nessuna richiesta. E’ indispensabile che l’ARPA invece faccia il suo dovere!

APPELLO A SOSTENERE E DARE CONTINUITA’ AL PRESIDIO!

Comunicato stampa sul presidio di lunedì 2 agosto in discarica

 

RONCIGLIANO ALBANO 2 AGOSTO

SONO ENTRATE IN DISCARICA

LE PRIME 24 Tonnellate  DI MONNEZZA ROMANA.

  Il tempo prossimo dirà se questa prepotenza di Raggi Zingaretti-questura-prefettura sarà stata una vittoria di Pirro.

L’ampiezza della mobilitazione popolare che ha inchiodato per ore sull’Ardeatina, il mezzo della Galeria trasporti lascerebbe ben sperare.

E’ venuto alla luce con chiarezza l’imbroglio di  Cerroni.Raggi Zingaretti ordinavano ciè a Ecoambiente di accettare i rifiuti romani, ma oggi Ecoambiente non aveva la pesa nè una strada adatta ai mezzi pesanti, così i truffatori coperti da prefettura e questura hanno pesato presso Colleverde, che amichevolmente ha trasferito l’omaggio al VII invaso.

Quindi, Pontina Ambiente, Ecoambiente, Colleverde è sempre la stessa monnezza.

Ma prefettura e questura non hanno paura del ridicolo, loro applicano la legge di Pulcinella che le fidejussioni depositate con lo sconto venerdì scorso andavano pagate 21 mesi fa, pena decadenza dell’Autorizzazione integrata Ambientale è cosa di nessuna importanza.

Il fatto che l’ARPA ancora il 15 giugno scorso comunicasse per tutto il 2020 un catalogo di lunghezza inconsueta di inquinanti organici e inorganici in falda, nulla importa.

Che le bonifiche avviate nel 2011 e 2015 siano fallite e che oggi l’ARPA non sappia in capo a chi siano queste bonifiche, pure questo è irrilevante.

Oggi scade l’ordinanza Zingaretti,  da domani siamo in regime Raggi, decine di compattatori in arrivo, la mobilitazione continua.

coordinamento contro inceneritore di Albano.

L’attenzione resta alta

In questi giorni, gli abitanti dei villaggi hanno costantemente presidiato i cancelli della discarica per monitorare la situazione. Lunedì potrebbero arrivare i compattatori da Roma, pertanto è necessaria la presenza di tutte e tutti i cittadini dei castelli Romani, per ribadire ancora una volta che il sito  di Roncigliano va chiuso una volta per tutte e bonificato. Questo territorio ha già pagato anni di scelte ambientali scellerate e politiche di comodo, adesso è arrivato il momento che sia la popolazione a dire la sua!

Pertanto, lanciamo l’appuntamento per lunedì 2 agosto, a partire dalle ore 6, di fronte ai cancelli della discarica di Roncigliano, via Ardeatina km 24.650

Presidio in discarica

Stamattina il coordinamento contro l’inceneritore, insieme ai cittadini e alle cittadine dei villaggi adiacenti la discarica, si sono mobilitati all’alba per presidiare i cancelli dell’impianto di Roncigliano in attesa dei compattatori da Roma, che fortunatamente stamane non sono arrivati. L’attenzione della popolazione sul territorio resta alta, perché il sito di Roncigliano non deve riaprire, bensì chiudere ed essere bonificato definitivamente!

Ricordiamo a tutte e tutti l’assemblea di domani del coordinamento,  che si svolgerà presso il villaggio Ardeatino dalle ore 21, per organizzare l’opposizione popolare alla riapertura del sito di Roncigliano.

Comunicato stampa per la manifestazione di sabato 24 luglio

In vista dell’arrivo dei compattatori che lunedì 26 luglio porteranno da Roma i rifiuti alle nostre case

SABATO 24 LUGLIO ORE 18 MANIFESTAZIONE IN PIAZZA S. PIETRO AD ALBANO per mandare forte e chiaro ai destinatari il NO di cittadini e comitati a qualsiasi ipotesi che non sia la chiusura definitiva della discarica di Roncigliano e la bonifica degli invasi e delle falde idriche.

Nella nuova ordinanza firmata il 16 luglio, la sindaca di Roma e della Città Metropolitana Virginia Raggi ha disposto una deroga ai limiti dell’AIA/2009 e confermato  l’invio a Roncigliano di  Albano Laziale fino a 1100  ton al giorno di scarti putridi di rifiuti indifferenziati in uscita dai TMB cittadini, che vogliono dire 50 camion da 20 ton, andata e ritorno per 180 giorni e 200mila tonnellate di rifiuti nel VII invaso già quasi colmo e maleodorante.

A questa ordinanza si è aggiunta quella emessa nella stessa data dal presidente della Regione Nicola Zingaretti che limita il quantitativo e fissa la durata del conferimento al 2 agosto, ma sostanzialmente avalla il conferimento dei rifiuti ad Albano, mettendo in imbarazzo la giunta a guida PD del Comune di Albano dichiaratasi contraria.

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La discarica di Albano deve essere chiusa per sempre

Ieri 1 luglio 2021,  come Associazione contro tutte le nocività – Coordinamento No Inc, Alternativa Sostenibile, Comitato Risanamento Ambientale, Coordinamento Energia Rifiuti Lazio, nel corso di una video riunione, abbiamo richiesto al direttore regionale dott. Vito Consoli, subentrato di recente al posto dell’inquisita ing. Flaminia Tosini, di valutare e fornirci risposte sulla serie di anomalie e forzature delle procedure amministrative formulate nelle determinazioni regionali del 31 ottobre 2019  e del 5 ottobre 2020 a firma della stessa dirigente.

Atti grazie ai quali la validità dell’Autorizzazione Ambientale (AIA) del 2009, benché dichiarata defunta nel 2019 è stata protratta fino all’ottobre 2024 e poi volturata alla soc. ColleVerde per il TMB e alla soc. Ecoambiente  per il VII invaso.

Con la conseguenza che in questo momento il VII invaso è disponibile per ingoiare rifiuti e permette a una qualsiasi Raggi di tentare l’operazione.

Al riguardo abbiamo chiesto risposte sull’avvenuto deposito o meno dei documenti richiesti dalla Regione alla soc. Ecoambiente entro il 5 aprile 2021ai fini della voltura dell’AIA, in caso contrario la determina del 5 ottobre 2020 dovrebbe essere dichiarata decaduta.

Abbiamo infine chiesto al dott. Consoli di intervenire sull’altra anomalia, grazie alla quale l’Arpa Lazio, a fronte dell’accertato e continuato inquinamento organico delle falde, esegue controlli solo biennali e solo su quattro pozzi anziché su tutti quelli presenti nel sito. Benché sia formalmente aperto un procedimento di bonifica, non se ne vedono i segni, come non li abbiamo visti nella bonifica farsa del 2016.

Non abbiamo avuto risposte ma solo ascolto e disponibilità a studiare atti e documenti, mentre non aspetta e incombe la minaccia dell’ordinanza Raggi incurante del suo palese conflitto di interessi  e dei disastri dei piani rifiuti capitolini.  

Comunicato stampa- COORDINAMENTO REGIONALE ENERGIA RIFIUTI

In merito alle notizie o considerazioni che annunciano una prossima revoca di autorizzazioni e delle procedure di VIA relative all’impianto a biometano proposto dalla società Colleverde srl notiamo che allo stato si tratta di impressioni o deduzioni prive di effetti concreti. Prendiamo atto del fatto che il nuovo funzionario dott. Vito Consoli responsabile dell’area VIA regionale ha dichiarato doverosamente l’intenzione di verificare le determinazioni dell’ing. Flaminia Tosini in ordine alle volture e alla dilazione dei termini di validità dell’AIA per il complesso impiantistico nel sito di Albano – Roncigliano, inteso come VII invaso, centrale a biogas  Semia-Green, relitto TMB ex Pontina Ambiente.

Per quanto riguarda la trasformazione del TMB in impianto di produzione di cosiddetto biometano ci viene riferito che il funzionario sopra citato avrebbe fatto capire di essere poco propenso a dare seguito alla richiesta della Colleverde srl.

A nostro avviso la cosa va fatta uscire dalla dimensione delle impressioni e delle interpretazioni, producendo atti concreti che nel caso chiudano la procedura VIA archiviando la proposta di impianto industriale per biometano liquido.

D’altra parte, se l’ing. Tosini con l’ordinanza del 31 10 2019, oltre ad autorizzare il ripristino del TMB incendiato, ha potuto archiviare il procedimento di revisione dell’AIA del 2009 iniziato nel 2015 senza particolari spiegazioni, allora si può oggi archiviare la proposta della Colleverde anche entrando nel merito dell’impianto.

Oppure l’ordinanza della Tosini non si poteva fare, come abbiamo sostenuto nel nostro ricorso al TAR, allora il procedimento VIA per il biometano della Colleverde non doveva neanche cominciare essendo l’AIA del 2009 scaduta almeno nell’agosto 2019.

Lo scrivente Coordinamento ha affrontato dal 2018 la situazione di Pontina Ambiente in seguito al contratto di locazione alla Colleverde con numerose assemblee in tutto il territorio, dai villaggi ardeatini al centro storico di Albano, nonché con un presidio presso la regione Lazio già il 28 febbraio dello scorso anno. Abbiamo rappresentato l’opposizione popolare alle soluzioni impiantistiche di varia natura nel trattamento dei rifiuti portando diverse centinaia di persone in corteo il 7 dicembre 2019 nelle vie di Albano.

Abbiamo recapitato all’area VIA regionale nel febbraio scorso un corposo documento di osservazioni inerenti l’impianto industriale in quanto tale, piuttosto che i contorni procedurali o giuridico amministrativi.

Ancora il 13 marzo scorso abbiamo praticato la piazza in Albano con una partecipata assemblea informativa ove abbiamo una volta di più chiarito il danno rappresentato per le popolazioni locali dall’impianto paventato e più in generale il pericolo per le coltivazioni agricole che usassero come ammendante il digestato uscente dagli impianti anaerobici come quello di cui si parla. In quella sede ci siamo impegnati a proseguire la mobilitazione popolare che in effetti continuiamo ad alimentare tornando in assemblea al villaggio ardeatino la prossima settimana e a Velletri agli inizi di maggio.

Crediamo sia nell’interesse pubblico impedire la costruzione del biometano a Roncigliano, ma non vanno bene gli impianti biometano analoghi, a Velletri con l’autorizzazione dell’area metropolitana già in tasca, nè quello in funzione ad Anzio, ma neanche quello di Artena oggi all’ufficio VIA regionale, abbiamo presente infine la cosa peggiore prevista nel Piano rifiuti: il maxi impianto a Colleferro con annesso biogas-biometano in cantiere per il prossimo anno, almeno in teoria.

Presidio contro l’impianto rifiuti biometano a Cecchina- Roncigliano. Sabato 13 marzo ore 10.30, Piazza S. Pietro, Albano

E’ il caso di cominciare a far vedere l’opposizione alla messa a profitto del nostro territorio tramite l’uso dei rifiuti con la presenza di esseri umani in carne ed ossa. L’ultimo erede di Cerroni si chiama Cristiano Cesaro da Eraclea Venezia. L’impianto proposto, sempre nel sito della discarica viene presentato come gioiello della transizione verde.

Benchè il signor industriale abbia già modificato il progetto originario, utilizzando la forsennata corsa alle osservazioni presentate anzitempo, cancellando il modulo REMAT (recupero materia) proposto in pieno vincolo del fosso di Valle Caia, rimane la sostanza: decine di mezzi pesanti ogni giorno trasporteranno le 120.000 tonnellate anno, 400 t giorno da stoccare nell’area devastata da 40 anni di discarica e TMB, tenere in piedi la fermentazione nei digestori, estrarre il metano dal gas sporco così prodotto, portarlo a liquefazione e raccoglierlo in bombole, come l’anidride carbonica. Il signor Cesaro dopo aver incassato congrui incentivi continuerebbe a fare cassa con la vendita di metano e C02, gli rimarrebbe da pagare il gas fossile Snam che brucerebbe per alimentare la fermentazione.

Il cerchio si chiuderebbe ancora una volta sulla pelle delle solite nostre popolazioni.

Per questo non può bastare fare conferenze telematiche e far volare pezzi di carta. Serve l’impegno visibile in prima persona, quello che ha impedito la costruzione dell’inceneritore e che ha spinto tutte le amministrazioni ad adottare una raccolta differenziata che, bene o male, ha dimostrato come per trattare i rifiuti si può fare a meno di discariche, TMB e mostri industriali vari.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Fognatura e rete idrica a Montagnano: breve cronistoria della vergogna

Era il lontano luglio 2016,  una comparsata dell’ex sindaco Luca Di Fiori durante uno dei nostri tanti presidi davanti alla discarica di Roncigliano a seguito dell’incendio al TMB, ci comunicava che la Regione aveva sbloccato il finanziamento per l’allaccio al depuratore intercomunale dei Castelli delle fogne dei villaggi di Montagnano.

Ottobre 2016 durante una nostra manifestazione sotto la Regione, ricevuti da quest’ultima apprendemmo che erano stati stanziati, ma non erogati, un milione 380mila euro a favore del Comune di Ardea per realizzare gli impianti fognari dell’area di Montagnano e l’allaccio al depuratore intercomunale dei Castelli.

Nel 2017 dopo l’insediamento della consigliatura Savarese M5S ci presentammo con tutti gli incartamenti dal Presidente del Consiglio Lucio Zito che chiaramente all’oscuro di tutto accolse benevolmente, solo in apparenza, le notizie riferitegli.

Da quel momento in poi un susseguirsi di notizie:

  • Verifica e modifica del progetto per l’attraversamento del fosso consortile, presentato in Regione per l’approvazione.
  • Due cittadini non vogliono cedere un pezzo di terra per poter posizionare  le pompe, iniziano le trattative. Ancora oggi, la situazione sembra non essere ancora risolta ma di contro non risulta più come problematica che possa bloccare i lavori.
  • Alla Regione risultano ancora dei debiti comunali da saldare.
  • Il Comune incontra la Regione, il problema sembra risolto.
  • Zito dovrebbe dare incarico al dirigente Calcagni di contattare la soc. Idrica Spa.
  • Calcagni riferisce che Idrica non inizia i lavori se non vede il dinero.
  • Fermi tutti in Regione: risultano ancora debiti addirittura risalenti al 2012 per l’abbattimento di palazzine in zona Salzare si deve tornare a parlare con la ragioneria della Regione.
  • La Regione accetta il pagamento dilazionato in 20 anni, a parole, perché al 29 settembre 2020 gli atti propedeutici alla dilazione non erano stati ancora evasi.
  • Analogo stallo per la rete idrica pubblica: dopo l’incontro nel 2017 tra sindaco Di Fiori, un dirigente di Acea Ato2 e il responsabile di Idrica, concluso con la lettera di incarico ad Acea, tre anni  di oscillazioni inconcludenti della giunta, tra rinnovo della concessione ad Idrica o affidamento della gestione di reti e depurazione ad Acea.