Comunicato stampa- COORDINAMENTO REGIONALE ENERGIA RIFIUTI

In merito alle notizie o considerazioni che annunciano una prossima revoca di autorizzazioni e delle procedure di VIA relative all’impianto a biometano proposto dalla società Colleverde srl notiamo che allo stato si tratta di impressioni o deduzioni prive di effetti concreti. Prendiamo atto del fatto che il nuovo funzionario dott. Vito Consoli responsabile dell’area VIA regionale ha dichiarato doverosamente l’intenzione di verificare le determinazioni dell’ing. Flaminia Tosini in ordine alle volture e alla dilazione dei termini di validità dell’AIA per il complesso impiantistico nel sito di Albano – Roncigliano, inteso come VII invaso, centrale a biogas  Semia-Green, relitto TMB ex Pontina Ambiente.

Per quanto riguarda la trasformazione del TMB in impianto di produzione di cosiddetto biometano ci viene riferito che il funzionario sopra citato avrebbe fatto capire di essere poco propenso a dare seguito alla richiesta della Colleverde srl.

A nostro avviso la cosa va fatta uscire dalla dimensione delle impressioni e delle interpretazioni, producendo atti concreti che nel caso chiudano la procedura VIA archiviando la proposta di impianto industriale per biometano liquido.

D’altra parte, se l’ing. Tosini con l’ordinanza del 31 10 2019, oltre ad autorizzare il ripristino del TMB incendiato, ha potuto archiviare il procedimento di revisione dell’AIA del 2009 iniziato nel 2015 senza particolari spiegazioni, allora si può oggi archiviare la proposta della Colleverde anche entrando nel merito dell’impianto.

Oppure l’ordinanza della Tosini non si poteva fare, come abbiamo sostenuto nel nostro ricorso al TAR, allora il procedimento VIA per il biometano della Colleverde non doveva neanche cominciare essendo l’AIA del 2009 scaduta almeno nell’agosto 2019.

Lo scrivente Coordinamento ha affrontato dal 2018 la situazione di Pontina Ambiente in seguito al contratto di locazione alla Colleverde con numerose assemblee in tutto il territorio, dai villaggi ardeatini al centro storico di Albano, nonché con un presidio presso la regione Lazio già il 28 febbraio dello scorso anno. Abbiamo rappresentato l’opposizione popolare alle soluzioni impiantistiche di varia natura nel trattamento dei rifiuti portando diverse centinaia di persone in corteo il 7 dicembre 2019 nelle vie di Albano.

Abbiamo recapitato all’area VIA regionale nel febbraio scorso un corposo documento di osservazioni inerenti l’impianto industriale in quanto tale, piuttosto che i contorni procedurali o giuridico amministrativi.

Ancora il 13 marzo scorso abbiamo praticato la piazza in Albano con una partecipata assemblea informativa ove abbiamo una volta di più chiarito il danno rappresentato per le popolazioni locali dall’impianto paventato e più in generale il pericolo per le coltivazioni agricole che usassero come ammendante il digestato uscente dagli impianti anaerobici come quello di cui si parla. In quella sede ci siamo impegnati a proseguire la mobilitazione popolare che in effetti continuiamo ad alimentare tornando in assemblea al villaggio ardeatino la prossima settimana e a Velletri agli inizi di maggio.

Crediamo sia nell’interesse pubblico impedire la costruzione del biometano a Roncigliano, ma non vanno bene gli impianti biometano analoghi, a Velletri con l’autorizzazione dell’area metropolitana già in tasca, nè quello in funzione ad Anzio, ma neanche quello di Artena oggi all’ufficio VIA regionale, abbiamo presente infine la cosa peggiore prevista nel Piano rifiuti: il maxi impianto a Colleferro con annesso biogas-biometano in cantiere per il prossimo anno, almeno in teoria.

Partecipiamo alla manifestazione del 23 marzo a Roma

Abbiamo dato vita a mobilitazioni che si sono opposte efficacemente alla costruzione di inceneritori, discariche, impianti a biomasse, a piani di cementificazione per centinaia di ettari, alla cronica mancanza di servizi primari.
Tuttora nei nostri territori incombono impianti impattanti e pericolosi, non ultime le fantasmagoriche previsioni del molto democratico Zingaretti che a Colleferro intende trattare 500.000 tonnellate anno di prodotti da TMB e FARE TANTO BUON METANO per avvelenare coi suoi digestati sterminate superfici agricole, diffondere batteri patogeni ed emissioni le più diverse, recuperando una buona messe di incentivi.

Non crediamo che la nostra conflittualità abbia un senso diverso da chi si oppone al TAV, al TAP, AL TERZO VALICO e a qualunque altra attività grande o piccola finalizzata al profitto dei soliti noti. E’ d’altronde chiaro che ora il sistema di comando si appresta a schiacciare queste lotte.

Per questo riteniamo giusto opporre un fronte ampio alle pretese delle lobby che gestiscono il potere.

Stiamo in piazza in perfetta continuità con quello che facciamo da molti anni. Non ci interessa condividere la lenzuolata di proposte “in positivo” presente nell’appello di convocazione. Sembra, volenti o meno, un programma di governo.
Non vogliamo governare, nè ricevere finanziamenti per interventi benefici, nè sventolare “diritti” astratti, dalla giustizia climatica a scendere.
Di fronte alla crisi economica, politica e sociale del sistema dominante crediamo che sia prioritario far crescere e stabilizzare l’autorganizzazione conflittuale di tutti quelli che, estranei alle logiche del profitto, non accettano più le pretese del primo pescecane che passa, meno che mai quelle dei nuovi ducetti sul mercato.
Non siamo clienti di nessuno, non cerchiamo mance e sbocchi politici immaginari.
Lavoro di massa, coscienza, organizzazione con continuità e determinazione per la salute dei cittadini e dei territori sottoposti a progetti di devastazione e saccheggio che stanno portando il pianeta al collasso.

coordinamento contro l’inceneritore – Albano
assemblea contro la cementificazione – Marino
comitato per il risanamento ambientale (CRA)- Guidonia
comitato alternativa sostenibile – Area metropolitana di Roma – Prenestina – Casilina                                                                                                                                No Ecodistretto – Colleferro

 

Comunicato sul convegno “Rifiuti:facciamo il punto “

Giovedì 21 febbraio si è tenuto presso il comune di Albano laziale il convegno sulla situazione dei rifiuti nella provincia di Roma, anche alla luce delle linee strategiche del prossimo piano regionale dei rifiuti.
Presenti oltre il coordinamento contro l’inceneritore di Albano, il comitato per il risanamento ambientale di Guidonia, il comitato per l’alternativa sostenibile area Casilino-Prenestino, il delegato ai rifiuti del comune di albano Luca Andreassi e il presidente della commissione regionale urbanistica e ambiente Marco Cacciatore. Buona partecipazione dal territorio provinciale e dalla città.
Gli intervenuti hanno preso atto della difficoltà del tribunale di Roma a scrivere le motivazioni della sentenza con la quale ha assolto e/o prescritto il noto Cerroni.
Hanno denunciato la mancata chiusura del percorso di revisione dell’AIA relativa alla discarica di Roncigliano, l’apertura di nuove e improbabili discariche, per esempio quella di inerti presso la sorgente della Doganella, la pervicace insistenza ad aprire il TMB di Cerroni presso l’Inviolata di Guidonia, per cui è prevista una nuova udienza al tribunale di Tivoli ad aprile.
Preso atto che in ampie zone della provincia di Roma la raccolta differenziata ha raggiunto quasi il 70%, rendendo a maggior ragione ingiustificabili discariche, inceneritori e digestori a biomasse, gli intervenuti hanno unanimemente giudicato negativo il documento regionale che precede il piano dei rifiuti.
E’ riprovevole proporre nuove discariche sia nella provincia di Roma che in quella di Latina, oltre ad un nuovo mostruoso impianto a Colleferro che dietro il paravento di un annunciato “recupero di materia” prospetta maxi impianti anaerobici per biometano, biofuel e simili, senza dimenticare i CSS (combustibili solidi secondari) da bruciare nei cementifici.
Le figure istituzionali oltre a sottolineare la felice interazione tra movimenti dei cittadini e scelte “virtuose” delle amministrazioni, nel caso di Marco Cacciatore hanno sminuito il pericolo contenuto nelle linee strategiche regionali, in quanto documento non operativo, oltre a ribadire contrarietà assoluta a discariche, inceneritori e impianti anaerobici.
Notiamo tuttavia come nei giorni successivi consiglieri giubilati del CDA di AMA hanno reso noto che il MISE in gennaio ha inviato a Bruxelles il piano nazionale clima ed energia con l’obiettivo di produrre 1,1 miliardi di m3 di biometano, prodotto appunto con impianti anaerobici, da cui escono inquinanti, digestati velenosi per i terreni e spore di batteri termofili tra i più nocivi.
Si conferma la grande confusione a 5 stelle tra Regione e Governo.
Al termine dell’incontro i convenuti hanno deciso di aderire alla manifestazione nazionale contro le grandi opere prevista per il 23 marzo a Roma.