Giovedì 21 febbraio si è tenuto presso il comune di Albano laziale il convegno sulla situazione dei rifiuti nella provincia di Roma, anche alla luce delle linee strategiche del prossimo piano regionale dei rifiuti.
Presenti oltre il coordinamento contro l’inceneritore di Albano, il comitato per il risanamento ambientale di Guidonia, il comitato per l’alternativa sostenibile area Casilino-Prenestino, il delegato ai rifiuti del comune di albano Luca Andreassi e il presidente della commissione regionale urbanistica e ambiente Marco Cacciatore. Buona partecipazione dal territorio provinciale e dalla città.
Gli intervenuti hanno preso atto della difficoltà del tribunale di Roma a scrivere le motivazioni della sentenza con la quale ha assolto e/o prescritto il noto Cerroni.
Hanno denunciato la mancata chiusura del percorso di revisione dell’AIA relativa alla discarica di Roncigliano, l’apertura di nuove e improbabili discariche, per esempio quella di inerti presso la sorgente della Doganella, la pervicace insistenza ad aprire il TMB di Cerroni presso l’Inviolata di Guidonia, per cui è prevista una nuova udienza al tribunale di Tivoli ad aprile.
Preso atto che in ampie zone della provincia di Roma la raccolta differenziata ha raggiunto quasi il 70%, rendendo a maggior ragione ingiustificabili discariche, inceneritori e digestori a biomasse, gli intervenuti hanno unanimemente giudicato negativo il documento regionale che precede il piano dei rifiuti.
E’ riprovevole proporre nuove discariche sia nella provincia di Roma che in quella di Latina, oltre ad un nuovo mostruoso impianto a Colleferro che dietro il paravento di un annunciato “recupero di materia” prospetta maxi impianti anaerobici per biometano, biofuel e simili, senza dimenticare i CSS (combustibili solidi secondari) da bruciare nei cementifici.
Le figure istituzionali oltre a sottolineare la felice interazione tra movimenti dei cittadini e scelte “virtuose” delle amministrazioni, nel caso di Marco Cacciatore hanno sminuito il pericolo contenuto nelle linee strategiche regionali, in quanto documento non operativo, oltre a ribadire contrarietà assoluta a discariche, inceneritori e impianti anaerobici.
Notiamo tuttavia come nei giorni successivi consiglieri giubilati del CDA di AMA hanno reso noto che il MISE in gennaio ha inviato a Bruxelles il piano nazionale clima ed energia con l’obiettivo di produrre 1,1 miliardi di m3 di biometano, prodotto appunto con impianti anaerobici, da cui escono inquinanti, digestati velenosi per i terreni e spore di batteri termofili tra i più nocivi.
Si conferma la grande confusione a 5 stelle tra Regione e Governo.
Al termine dell’incontro i convenuti hanno deciso di aderire alla manifestazione nazionale contro le grandi opere prevista per il 23 marzo a Roma.