Riflessioni sul convegno su rifiuti, economia circolare e cambiamenti climatici

IERI 22 LUGLIO, AD ALBANO EX CHIESA DELLE GRAZIE ERAVAMO STATI INVIATI AL CONVEGNO SU RIFIUTI, ECONOMIA CIRCOLARE, CAMBIAMENTI CLIMATICI ETC.
Parole belle ed importanti per quasi due ore sulla necessità di fare di tutto per evitare la catastrofe climatica. Tutto ineccepibile e troppo bello per essere del tutto vero.
Peccato che nessuno ha avuto il coraggio di informare i cittadini presenti che il concetto di economia circolare nella testa dei relatori prevede il recupero di energia dalle biomasse. Ovvero usare quel 30% dei rifiuti urbani differenziati (umido), nonché la FOS dei TMB per la produzione di biogas e metano da bruciare e quindi ancora una volta include la combustione, fonte di pesante inquinamento e diffusione di gas climalteranti. QUESTA NON E’ ECONOMIA CIRCOLARE. Loro non lo hanno detto, ci abbiamo pensato noi, ed è successo il finimondo.
Non abbiamo apprezzato che Alessio Ciacci uno dei relatori, spiccato pedigree ambientalista lungo 1 km, nel frattempo diventato amministratore unico del CONSORZIO MINERVA, tra 7 Comuni del circondario, capofila Colleferro, Nemi inclusa, avrà l’incarico di gestire con ogni probabilità il mega affare rifiuti della “città della monnezza” compreso il mega distretto previsto nelle linee strategiche del piano rifiuti del Lazio in cui dovrebbero affluire intorno alle 500mila tonnellate l’anno di rifiuti dai TMB (impianti di Trattamento Meccanico Biologico) dell’intera Regione.
Non abbiamo neanche apprezzato la presenta di Fabio Ermolli, ex dirigente di una società del gruppo Cerroni e poi dirigente Arpa, sfiorato dall’inchiesta che portò nel 2014 all’arresto di Cerroni, ora direttore del Consorzio Minerva.
Ancora meno abbiamo apprezzato l’ingombrante presenza dell’ingegnere Claudio Vesselli ex dirigente della Provincia di Roma, amministratore unico della Green Cycle Project, proprietaria della Green Future 2015 che presentò il progetto dell’impianto a biogas di Anzio. Fu lui a querelare Giancarlo Ceci.
Infine abbiamo contestato Giulio Calamita l’assessore all’ambiente della giunta di Colleferro che decantava la battaglia, per carità sacrosanta, contro l’inceneritore, ma racconta il suo Comune come nelle favole, evitando di confessare ai suoi cittadini che riapertura della discarica, polo logistico Amazon e mega distretto rifiuti con annesso mega digestore a biometano daranno un’altra mazzata alla loro disastrata salute.