Perché diciamo no all’incenerimento dei rifiuti

Che cosa sono gli inceneritori?

Sono impianti industriali che bruciano qualsiasi tipo di biomasse, carta, plastica, stracci, legno, rifiuti urbani indifferenziati, scarti organici industriali, dell’agroindustria etc.

Che cosa sono i “termovalorizzatori”?

Sono inceneritori come gli altri che recuperano parte del calore sviluppato sotto forma di energia elettrica e termica.

E’ vero che gli inceneritori eliminano i rifiuti?

Falso. Nulla si crea e nulla si distrugge. L’incenerimento trasforma i rifiuti, es. quelli indifferenziati urbani, in altri rifiuti solidi, liquidi e gassosi per lo più pericolosi. Produce molecole altamente nocive che non esistono in natura. Incenerire i rifiuti indifferenziati urbani incentiva l’aumento della produzione di rifiuti, disincentivando la riduzione a monte e la raccolta differenziata porta a porta. I gestori hanno tutto l’interesse a mantenere alta la quota dei rifiuti da bruciare lungo tutto l’arco di vita (20-25 anni) degli impianti. Per massimizzare i profitti hanno parimenti interesse ad incenerire materiali ad alto potere calorico, es. plastiche e carta, che in tal modo sono sottratti al riciclo.

Quali sono i nuovi rifiuti e le nuove sostanze prodotte dall’incenerimento?

Le ceneri, pesanti e leggere, sono i rifiuti principali (circa 230-250 kg per ogni tonnellata bruciata), i coadiuvanti chimici usati per assorbire gli inquinanti gassosi, i catalizzatori esauriti, le acque di lavaggio dei fumi, le polveri sottili e ultrasottili emesse al camino e poi gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), diossine e furani, Sali volatili dei metalli cadmio, mercurio, piombo etc, infine i gas di combustione tra cui gli ossidi di azoto, i biossidi di zolfo e di carbonio. Leggi tutto “Perché diciamo no all’incenerimento dei rifiuti”

Comunicato stampa a seguito del presidio in regione di venerdi 22 aprile

Venerdì 22 aprile oltre duecento cittadini e rappresentanti dei numerosi comitati regionali e romani che da tempo si oppongono al tentativo della dirigenza regionale di asservire la gestione dei rifiuti alla logica del profitto calpestando il diritto inalienabile dei cittadini alla salvaguardia della propria salute, sono confluiti in presidio sotto la sede della presidenza regionale, sostenuti dalla presenza solidale di quanti in Roma e provincia si battono per il diritto all’abitare e per una sanità efficiente, pubblica e umanizzata. In mattinata sono stati ricevuti, in latitanza del presidente Zingaretti e degli assessori Massimiliano Valeriani e Roberta Lombardi, da funzionari della segreteria e dell’ufficio stampa dell’assessore ai rifiuti nonché di quella del capo di Gabinetto. E’ stata contestata la pretesa funzione degli Organi politici regionali di semplice “indirizzo” nelle scelte impiantistiche, sottolineando che il Piano Regionale dei Rifiuti ha di fatto avallato, e le Direzioni amministrative regionali diligentemente hanno di volta in volta autorizzato o in esame (da Anagni e Frosinone a Velletri, Civitavecchia, Tivoli, Albano etc) il trattamento dell’umido mediante digestione anaerobica anziché il compostaggio aerobico e quindi il recupero di energia (da “bio”metano) anziché di materia (compost), contravvenendo all’obbligo di privilegiare quest’ultimo come previsto dalle norme europee. E’ del tutto evidente che l’indirizzo politico regionale, privilegiando tecnologie incentivate che recuperano energia dalle biomasse, si inserisce nella scia di quello governativo che consente alle imprese “verdi” il massimo profitto col pretesto di una inesistente transizione ecologica. Leggi tutto “Comunicato stampa a seguito del presidio in regione di venerdi 22 aprile”

Appello per una manifestazione-presidio contro la politica regionale dei rifiuti. Venerdì 22 aprile alle 10.30 presidenza della regione Lazio, Garbatella

La regione Lazio, l’Area Metropolitana, Roma Capitale alimentano e indirizzano una gestione dei rifiuti basata ancora su discariche, TMB/TBM e inceneritori, che pure avrebbero dovuto dismettere, alla luce del piano dei rifiuti del 2020. Sono invece coerenti col medesimo piano quando autorizzano e/o producono impianti a digestione anaerobica per biometano, che godono di lauti incentivi nazionali ed europei. Dopo la provvisoria chiusura della discarica di Albano-Roncigliano, è ripartita la ricerca di territori ove sversare i milioni di tonnellate dell’indifferenziato romano. Nelle loro intenzioni, Magliano Romano è condannato e una nuova discarica si potrebbe fare nell’area ardeatina-laurentina, dove non mancano discariche di inerti e degrado a pochi passi dai quartieri abitati. Il biometano si può fare, per loro, a Roma nord a Civitavecchia, ancora a Roncigliano, a Velletri e così via. Che il metano, ancorché “BIO”, andrà comunque bruciato e che, insieme ad altre porcherie, gli impianti vomiteranno una melma velenosa, non viene considerato né nocivo, né climalterante. Oggi poi, il biometano è diventato un’arma contro il cattivo metano russo e il suo digestato (fuori controllo), spacciato come ammendante per l’agricoltura, fiero baluardo contro il concime russo, siamo in guerra o no? Quindi, in guerra come in emergenza, sempre autorizzati a procurare «danni irrimediabili e devastanti per l’ambiente e la salute pubblica». Tutte le popolazioni, da Civitavecchia a Guidonia, dai Castelli Romani a Colleferro, da Velletri ad Aprilia, si oppongono a queste scelte, che attentano alla salute umana e animale, alla salubrità dei luoghi e alle locali prerogative decisionali. L’unico modo per trattare i rifiuti è cancellare l’idea di farci business, comunicandolo ad alta voce a Cerroni team, Altissimi, Lozza, ACEA, AMA, Acqua Latina e chiunque altro si lanci in questa terra di nessuno! Riduzione a monte, investire su un piano occupazionale adeguato a supportare la raccolta differenziata spinta, il recupero delle materie, la digestione aerobica e piccoli impianti per l’umido. Non è tutto ma sarebbe un passo avanti.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano – Presidio No discarica Albano

Comitato Risanamento Ambientale

Alternativa Sostenibile

Civitavecchia Bene Comune

Comitato di Rocca Cencia

Aprilia Libera

La Città degli Alberi Aprilia

Rete Ecosistemica Roma

Rete Ecologista Castelli Romani

Insieme per Casal Fattoria IX Municipio

Cava Covalca IX Municipio

Dopolavoro Ferroviario Velletri

Lavoratori AMA – Usb

Associazione Ecologica Monti Sabatini -No Discarica Magliano Romano

Forum Ambientalista ODV Civitavecchia

Tanto tuonò che piovve…

TANTO TUONO’ CHE PIOVVE….

Oggi 11 marzo 2022 alle 16,15 il procuratore della repubblica di Velletri accompagnato dalla guardia di finanza ha notificato alla società Ecoambiente, affittuaria della Pontina Ambiente, gruppo COLARI Cerroni, il sequestro del VII invaso della discarica di Roncigliano.

L’arrivo del corteo della procura è avvenuto a presidio permanente aperto, a riprova della capacità di lotta dei cittadini dei villaggi ardeatini e circostanti, nonché del coordinamento contro l’inceneritore di Albano.

Il presidio contro la discarica si è dispiegato per 220 giorni, estate, autunno e inverno costruendo tre cortei in Albano, presidi a Roma nei pressi del Campidoglio e dell’Area Metropolitana, alla Regione presso l’Area Rifiuti, all’Agenzia Regionale per l’Ambiente e al tribunale di Velletri.

Non possiamo dire che questo provvedimento sia la vittoria che il nostro movimento poteva sperare, perchè 3350 TIR hanno sversato dal 2 agosto scorso più di 100 mila ton. di indifferenziato e falsa FOS, utilizzando le ordinanze Raggi-Gualtieri, emesse in violazione e non in deroga della normativa vigente.

L’invaso non andava riaperto, ma tutti: Comune di Roma, Area Metropolitana, Area Rifiuti Regionale nuova gestione, TAR, PROCURA, hanno fatto sì che fosse salvaguardata “l’emergenza” romana e in zona Cesarini qualcuno ha provato a salvare la coscienza delle istituzioni.

La Ecoambiente-Gualtieri intendeva abbancare altre 100.000 ton. ben oltre le 84.900 ton. residue indicate nel Piano Regionale.

L’attuale provvedimento della Procura non ripaga il danno fatto alle popolazioni circostanti, manda comunque un telegramma a Gualtieri-Raggi, che meditino sulla LORO LEGALITA’ PUZZOLENTE come i rifiuti che ci hanno rifilato nei passati sette mesi.

La lotta continua contro il biometano e la politica nefanda dei rifiuti.

Assemblea pubblica, sabato 26 febbraio ore 10.30, di fronte alla discarica

DOPO IL CORTEO DI ALBANO LA MOBILITAZIONE CONTINUA: VOGLIONO PORTARE ALTRE CENTONOVANTAMILA TONNELLATE DI RIFIUTI!

Per ottenere la chiusura della discarica, la sua bonifica e lo stop al progetto dell’impianto a biometano continuiamo a discutere e ad organizzarci.
Nonostante e contro la proroga dell’ordinanza Raggi da parte del nuovo sindaco Gualtieri, centinaia di persone sono di nuovo scese in strada ad Albano per ribadire non solo la contrarietà agli sversamenti in discarica ma anche per contestare la propaganda istituzionale riguardante la cosiddetta “transizione ecologica”.

 

La realtà dei fatti la vediamo ogni giorno: si continuano a produrre oggetti inutili e pericolosi che diventano montagne di rifiuti, i quali finiscono direttamente in discarica senza neanche preoccuparsi della loro differenziazione. Le due soluzioni imposte ai territori che subiscono questo pesante inquinamento che si ripercuote sulla salute delle persone e dell’ambiente sono le “buche” e gli “impianti a combustione”. Inoltre, i loro costi vengono direttamente scaricati in bolletta sui consumi di tutti noi e sugli aumenti di ogni genere di prima necessità.

Così, mentre Roma è sempre in “emergenza rifiuti”, la sua provincia si riempie di immondizia e di impianti nocivi, con i comuni limitrofi alla capitale che sperano di non vedersi “assegnate” altre buche da riempire con centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti.

Di fronte a tutto questo, le iniziative di informazione e di lotta non solo non si sono mai fermate, anzi,stanno proseguendo e dovranno continuare ad essere ancora più incisive.

Nel frattempo, ci sono importanti novità che emergono dalla conferenza dei servizi per la revisione dell’AIA e dalla Regione che riconosce la validità dell’interdittiva antimafia e l’impossibilità dello spacchettamento dell’AIA.

Di questo e di altro parleremo in assemblea facendo presente che anche la Città Metropolitana deve muoversi per riconoscere il soggetto inquinatore e che il sindaco di Albano deve esprimere un parere sanitario vincolante all’interno della stessa conferenza dei servizi.

La lotta è lunga ma alla fine, come contro l’inceneritore, vinceremo!

Coordinamento contro l’inceneritore – Presidio Permanente contro la discarica

– Piazzale della discarica di RONCIGLIANO, via ardeatina ore 10.30

Lettera al sindaco di Albano: le società che gestiscono la discarica sono i soggetti inquinanti!

Ecoambiente, la società che gestisce il 7° invaso della discarica di Roncigliano, continua a sostenere che l’inquinamento delle falde non dipenda dalla presenza della discarica.
Ignora così i 12 anni di frequenti
superamenti dei limiti di idrocarburi e altri inquinanti documentati sia dall’Arpa e gli altri enti competenti : cloroformio e 1,2dicloropropano ,arsenico, fluoruri, manganese, boro, mercurio, alluminio, nichel, antimonio, ferro!

Ma legge ( art. 244 del D.lgs
156/2006) prevede che si possa e si debba individuare  con una ordinanza il responsabile dell’inquinamento e questo ente è la Città Metropolitana di Roma Capitale.

È quindi onere del sindaco di Albano, prima autorità sanitaria del suo Comune, di richiedere
urgentemente alla Città Metropolitana di Roma Capitale, la firma dell’
ordinanza.

Se non lo farà, di questa colpevole omissione dovrà rispondernene a tutta la cittadinanza, rendendosi colpevole di rifiuto e omissione non motivata di atti d’ufficio richiesti (art. 328 c.p.)

Un’altra bella giornata di lotta per i castelli romani

Ieri, centinaia di cittadini sono scesi per le strade di Albano per ribadire ancora una volta la loro totale contrarietà alla barbara gestione dei rifiuti romani, che non ricade certamente solo sul comune di Albano con la riapertura della discarica di Roncigliano, ma anche su molti altri territori della regione e che come noi dicono basta a discariche, inceneritori e impianti inquinanti: le buche e i mega impianti biogas non sono la soluzione, né qui né altrove .
Sono state presenti al nostro fianco diverse rappresentanze di comitati e associazioni , che ringraziamo fortemente e insieme ai quali stiamo ponendo le basi per intraprendere un percorso comune per contrastare un piano di rifiuti che prevede ancora discariche, inceneritori e finti impianti ecologici, che di Eco non hanno proprio nulla , ma mascherano invece solo profitti per i gestori privati.

Rivolgiamo la nostra condanna anche all operato dei Sindaci, che pur ricoprendo un ruolo decisivo per la tutela dei territori e della salute dei propri cittadini, nulla hanno fatto sinora, nonostante le legittime richieste che abbiamo avanzato da subito in primo luogo al sindaco di Albano: produrre atti di chiusura della discarica e dichiarazioni di area a richio ambientale. In cambio abbiamo avuto come unica risposta la svendita della salute dei propri cittadini per ottenere ristori e la palesata complicità ad un sistema che continua a dichiarare guerra alla maggioranza della popolazione.

Hanno aderito al nostro appello e abbiamo avuto al nostro fianco ieri, La Rete Ecosistemica Romana, i comitati di Magliano Romano, l associazione Aprilia Libera, Il Comitato Alternativa Sostenibile, il Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia, la Rete Ecologista Castelli, il comitato No al Fossile di Civitavecchia, I comitati di Cava Covalca, il DLF di Velletri e molti altri con i quali ci auguriamo di proseguire condividendo intenti e percorsi di lotta comune.

Non ci fermeremo e mai ci piegheremo alle tossiche logiche di profitto e lo faremo con convinzione insieme a quanti condividono appieno le ragioni della nostra lotta: divisi siamo niente, uniti siamo tutto!
Adelante!

Manifestazione sabato 12 febbraio, ore 15, piazza san Pietro, Albano. Chiudere il sito di Roncigliano- discarica- biometano

Con 2500 sversamenti fatti dal 2 agosto ad oggi la monnezza romana, ma non solo, ha colmato il VII invaso fino al piano di campagna, arrivando ai limiti previsti dalla orrenda AIA del 2009 ovvero 500.000 mcubi pari a 450.000 t. Adesso pare che non basti: Area metropolitana, Ecoambiente (Cerroni) e regione vogliono procedere alla chiusura con una copertura a schiena d’asino che significa altre decine di tonnellate di rifiuti. Nei sei mesi trascorsi le pur incomplete analisi ARPA dei pozzi spia hanno attestato decine di sforamenti per idrocarburi e metalli vari. Le esalazioni puzzolenti sono tornate a coprire i villaggi circostanti, mentre nelle sole tre rilevazioni della composizione dello sversato sono stati certificati rifiuti non ammissibili in discarica, senza alcuna conseguenza pratica. La Procura di Velletri dopo aver annnunciato la massima attenzione con tre inchieste aperte sulla natura dei rifiuti, validità delle autorizzazioni e condizioni di lavoro, dorme ancora sonni tranquilli. Il TAR non ha trovato modo, in tre anni, per esprimersi nel merito né sulle volture da Pontina Ambiente alle società attuali, né ovviamente sulla ordinanza Raggi. L’Area VIA della Regione riconosce inefficaci le determine che consentono alla discarica di ricevere rifiuti, ma si guarda bene dall’intervenire. Il sindaco di Albano che aveva sin dall’inizio l’autorità di fermare questo disastro, non solo non ha prodotto le ordinanze del caso, ma ha finito ad adattarsi al compagno di merende dott. Gualtieri, accettando in discarica anche la parte indifferenziata dei rifiuti di 24 comuni locali in teoria trattata dalla società Ecosistem. Alla faccia della contrarietà dei sindaci e dei politici nostrani. Abbiamo assistito ad una grande commedia in consiglio metropolitano:la maggioranza ha votato la continuazione degli sversamenti fino ad un termine che non si vede ,vantando una caratterizzazione e una bonifica del sito che andavano fatte già dieci anni fa e che arriveranno eventualmente a babbo morto. L’opposizione, partita alla carica per chiedere la revoca dell’ordinanza Gualtieri, si è accontentata di astenersi vista la promessa di non aprire un VIII invaso che nessuno ha mai chiesto. Al netto di tutto ciò Roma continua a pascere nei rifiuti e regione, provincia e comune capitale annunciano nuovi impianti,discariche,linee di incenerimento, invece di mettere a regime una adeguata differenziata e una riduzione a monte dei rifiuti . Il 12 febbraio saremo di nuovo in corteo per le vie di Albano per gridare ancora una volta, FATELA FINITA!

Presidio sabato 15 gennaio piazza SS Apostoli

Oggi in margine al presidio del coordinamento no inc di Albano e presidio permanente no discarica, presenti svariati comitati di Roma e provincia, qualche consigliere comunale e regionale e la senatrice Fattori, siamo stati ricevuti dal vice sindaco della città metropolitana di Roma Sanna. Abbiamo contestato la validità della nuova ordinanza Gualtieri che proroga a luglio il conferimento di rifiuti romani ad Albano, malgrado la popolazione residente sia esposta a rischio certo per la propria salute a causa della contaminazione delle falde e dei miasmi insopportabili causati dallo stato indecente dei rifiuti scaricati. Abbiamo contestato le scelte del sindaco che come il precedente scarica le incapacità cittadine sui comuni esterni e punta ancora su buche tritovagliatori e digestori anaerobici e non nomina neanche il porta a porta, inseguendo i desiderata delle consorterie che lucrano vergognosamente sulla gestione dei rifiuti. Le risposte sono state del tutto insoddisfacenti o inesistenti, limitate a rivendicare iniziative sulla bonifica e la caratterizzazione idrogeologica del sito che dovevano essere avviate 20 anni fa o sul tavolo di concertazione con Acea e Idrica per la rete potabile ai villaggi. Risposte imbarazzanti anche in merito ai mancati controlli sugli impianti.

Presidio 15 gennaio Sotto la sede della prefettura e della Città Metropolitana

La dichiarata intenzione dell’attuale sindaco della Capitale e della Città Metropolitana di Roma di prorogare l’ordinanza Raggi del luglio 2021 fino alla prossima estate è uno schiaffo in faccia a ciascuna delle persone che, dopo aver pagato con la vita di tanti l’esistenza quarantennale della discarica di Albano, ora pagano l’incapacità storica dei sindaci di Roma a dotarsi di una decente raccolta porta a porta. Il neo sindaco continua a inseguire il sogno di ripulire la città a spese di altre provincie, cavalcando una falsa transizione “eco” basata ancora una volta su buche, su mega digestori anaerobici e sul potenziamento del mostro fumante di S. Vittore. L’amichevole incontro con Gualtieri dei sindaci castellani, Borelli in testa, si è tramutato in una disfatta le cui premesse erano scritte nel comportamento rinunciatario del sindaco di Albano, che fino all’ultimo si è rifiutato di agire d’autorità imponendo la chiusura. Sono passati sei lunghi mesi dall’ordinanza, scanditi ogni giorno da decine di TIR carichi di rifiuti romani fumanti e maleodoranti. Le conseguenze ormai si avvertono a chilometri. Buona parte dei rifiuti di Roma provenienti dai TMB e TM non rispettano i codici CER autorizzati. Arpa lo certifica nero su bianco. Il trattamento e la separazione dei materiali, anche metallici, è inesistente o aleatorio. Le dense nuvole di vapore e i gabbiani che pascolano a centinaia durante lo scarico attestano la mancata stabilizzazione dell’organico che avrà gravi conseguenze nel brevemedio termine sulla produzione di gas nocivi e contaminanti vari. Solerti funzionari delle direzioni regionali rifiuti, Tosini in testa, hanno via via aperto la strada allo scempio resuscitando autorizzazioni morte e sepolte. Il sindaco di Roma, al pari di chi l’ha preceduto continua a “ignorare” che il grave inquinamento dell’aria e delle falde, esteso ai villaggi sottostanti, NON avrebbe dovuto consentire la riapertura del VII invaso e lo scarico di rifiuti ad Albano. La legge quadro ambientale impone l’obbligo, prima di poter avviare o riprendere le attività interne, di eliminare le cause che lo provocano quando la salute della popolazione locale è concretamente a rischio. Ed è questo il caso. I dati epidemiologici ad oggi disponibili sono chiari e hanno dimostrato che nel decennio trascorso la discarica ha già prodotto un eccesso del 30% della mortalità locale per cancro ai polmoni e un eccesso di ospedalizzazioni per patologie delle vie respiratorie. Questi sei mesi di presidio davanti ai cancelli della discarica, in mezzo ai miasmi, al sole di luglio e al freddo invernale non dovranno essere vani, la lotta continuerà fino alla chiusura per sempre. Sabato 15 gennaio 2022 a partire dalle ore 9,30 presidio a Piazza SS Apostoli davanti alle sedi della Città Metropolitana e della Prefettura.