A Roncigliano ancora idrocarburi clorurati nelle falde

Non avevamo dubbi che la “bonifica” delle acque che scorrono sotto la discarica di Albano, decisa da Pontina Ambiente nel 2016, fosse una ridicola farsa. L’aveva chiesta la Regione con grave ritardo e omissioni, dopo la valanga di violazioni dell’AIA accertate da Arpa Lazio nel 2014 e dopo che, dal 2010 al 2016, lo stesso ente aveva accertato inquinamento da idrocarburi cancerogeni nelle falde a valle e all’interno  del sito di Roncigliano, in 24 casi e 7 pozzi diversi.

L’incendio del giugno 2016 e il sequestro temporaneo del complesso avevano steso una cortina fumogena impenetrabile sulla presunta bonifica del pozzo F1B, che si diceva fosse in corso. Ogni giorno 53mc di acqua passati in un bidone a carboni attivi e reimmessi in falda. Una goccia nel mare. Avevamo già contestato questo sistema come del tutto inattendibile in Conferenza del riesame. L’analisi negativa del 2017 aveva convinto qualcuno che fosse tutto risolto.

Ma a novembre scorso, dopo un assurdo vuoto di due anni nei controlli e limitandoli a soli 4 pozzi, Arpa ha certificato l’ennesima presenza di 1,2-dicloro-propano nel pozzo F1B, circa il triplo della concentrazione limite. Ne siamo venuti a conoscenza solo ora dopo accesso agli atti.

La stessa Arpa a fine 2019 ne aveva inviato comunicazione alla Regione, alla Città Metropolitana e alla soc. ColleVerde, ma non ritenne però di informare il Comune di Albano, la Asl RM6 e l’autorità giudiziaria, considerando già attivo il procedimento di bonifica.

Mentre l’emergenza costringe noi a casa, da parte degli enti, Regione in primis, silenzio tombale su questo ennesimo gravissimo caso di inquinamento delle falde e sul presunto avvio della bonifica che si somma al silenzio sulle operazioni di riattivazione del TMB da parte della soc. Colle Verde, sulla messa in sicurezza e tombamento dei vecchi invasi, sulle decine di prescrizioni inattuate che riguardano il VII invaso, vera e propria bomba ecologica, oltretutto a rischio di riapertura.

Sappiamo che i danni provocati in oltre 30 anni dalla discarica alla qualità dell’aria, alle acque sotterranee e alla salute dureranno ancora per molti anni.

Nonostante le attuali limitazioni alla possibilità di riunione e mobilitazione, sta a noi trovare comunque forme e modi per contrastare omertà, silenzi e ogni attività di rimessa in moto e pretendere la bonifica definitiva e la chiusura tombale dell’intero sito.

Venerdì 28 febbraio, Presidio alla presidenza della Regione Lazio, via Rosa Raimondi Garibaldi 7, Garbatella, h 10.30

PARTENZA PULLMAN ore 9,30 DAL VILLAGGIO ARDEATINO

Andiamo a rivendicare la revoca/sospensione dell’ordinanza regionale del 31 ottobre scorso con la quale la ing.a Flaminia Tosini ha trasferito l’autorizzazione Integrata Ambientale dell’impianto meccanico biologico di Roncigliano dalla Pontina Ambiente di Cerroni alla Colle Verde srl di Cristiano Cesaro. Questo atto consentirebbe al signore ultimo arrivato di trattare rifiuti per i prossimi 20 anni e oltre, in un territorio che, a partire dall’incendio del TMB avvenuto il 30 giugno 2016, ha dimostrato di saper fare a meno di TMB, discarica e inceneritore.

Chiederemo come, vigente l’interdittiva prefettizia antimafia del 22 marzo 2014, la Regione Lazio abbia potuto pensare di prorogare l’AIA del 2009 per il solo fatto che la Pontina in quella data aveva aggiornato la fidejussione per l’impianto.

Chiederemo come, in presenza di un atto che impedisce ogni rapporto con la P.A., la Pontina dopo il marzo 2014 abbia potuto continuare a svolgere un & servizio essenziale& dei 10 comuni dei Castelli e riscuotere le relative spettanze, nonché partecipare alle varie conferenze dei servizi al Comune di Albano e alla Regione Lazio dopo gli sforamenti molteplici dei limiti per gli inquinanti nelle falde nell’area Cancelliera – Villaggi Ardeatini.

Nella giostra delle leggi che regolano la validità dell’AIA è difficile raccapezzarsi ma una cosa è chiara: il 13 agosto 2019 sono trascorsi 10 anni dall’AIA del 13 agosto 2009 e la voltura alla Colle Verde dell’ottobre scorso è arrivata fuori tempo massimo.

All’atto dell’apertura della revisione dell’AIA per mano della stessa Tosini e nelle successive sedute fino al maggio del 2016 tutti convenivano sul fatto che il TMB della Pontina era una grossa fonte di guai da non riproporre. Il fatto che oggi si pretenda di ripristinarlo ante incendio è un abominio, ancora di più ora che le migliori tecnologie da adottare (BAT) sono cambiate proprio nel 2018 per Direttiva Europea recepita.

A distanza di 6 anni  dal rapporto ARPA DEL 2014, che elencava 19 violazioni delle prescrizioni AIA, il quadro gestionale del sito di Roncigliano non è cambiato se non per il fatto che il capannone del TMB è distrutto per metà.

LA REGIONE DEVE RITIRARE L’ORDINANZA DEL 31 OTTOBRE SCORSO, IL SITO DI RONCIGLIANO VA CHIUSO E BONIFICATO, VA IMPEDITO QUALUNQUE NUOVO IMPIANTO A CALDO CHE TRATTI RIFIUTI.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Sabato 8 febbraio Assemblea pubblica

IL TAR HA RESPINTO LA NOSTRA RICHIESTA DI SOSPENSIVA DELLA DETERMINA REGIONALE CHE CONSENTE ALLA COLLEVERDE SRL DI TRATTARE  RIFIUTI PER I PROSSIMI 20 ANNI NEL TMB DI CERRONI ANDATO A FUOCO TRE ANNI FA.

SABATO 8 FEBBRAIO ORE 17,00

AULA CONSILIARE DEL COMUNE DI ALBANO – PIAZZA DELLA COSTITUENTE

  ASSEMBLEA    PUBBLICA

Dice il TAR CHE NON SI PUO’ SOSPENDERE LA DETERMINA CHE PERMETTE ALL’INDUSTRIALE VENETO DI ERACLEA , COMUNE PER IL QUALE LA PREFETTURA HA CHIESTO LO SCIOGLIMENTO PER MAFIA, DI RIPRISTINARE IL TMB E RICOMINCIARE AD AVVELENARE IL POPOLO CIRCOSTANTE, PERCHE’ TRATTASI DI MERA VOLTURA.Noi diciamo chel’AIA volturata nell’ottobre scorso era già scaduta nell’agosto precedente, trattandosi di atto imposto dagli uffici regionali il 13-08-2009. Diciamo poi che la ing.a Tosini non poteva archiviare la revisione della medesima AIA da lei stessa aperta sul finire del 2015. Chiediamo, infine, di sapere come fa Manlio il &supremo& immarcescibile, colpito da interdittiva a Roma tanto da doversi rivolgere ad un commissario ad hoc per interloquire con il comune, a fare liberamente quello che vuole nel territorio di Albano.

Il gruppo cerroniano gode di comprovato apprezzamento presso i giudici che lo assolvono e lo prescrivono a Roma nel maxiprocesso finito in primo grado il 5 novembre del 2018 e archiviano a Velletri il fascicolo per l’incendio del 30 06 2016, quindi non ci illudiamo di far valere le ragioni dei cittadini in sede giudiziaria, quando il TAR dovrà prossimamente valutare nel merito le nostre osservazioni.

ABBIAMO DATO VITA LO SCORSO 7 DICEMBRE AD UN BEL CORTEO PER LE VIE DI ALBANO , MA SEMBRA PROPRIO CHE NON SIAMO RIUSCITI A FARCI CAPIRE, PER QUESTO DOBBIAMO CONTINUARE LA MOBILITAZIONE, ANCHE PER NON BUTTARE ALLE ORTICHE QUANTO FATTO CON LA DIFFERENZIATA IN TUTTA L’AREA DEI CASTELLI.

COSTRUIAMO PER IL 28 FEBBRAIO UN NUOVO PRESIDIO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO, DA VICINO CI SI SENTE MEGLIO.

COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO.

Convegno pubblico informativo : DISCARICA ECOPARCO E BIOMETANO LATINA BIO. 18.01.20 ore 16 @ dopolavoro ferroviario di Velletri

Mentre la discarica di Colleferro chiude a metà gennaio dopo aver ingoiato i rifiuti di Roma nel 2019 e dalla Raggi arriva il si alla discarica cittadina a Monte Carnevale, la Regione, artefice di un Piano Rifiuti a base di discariche e impianti di trattamento, con un colpo di mano riapre il TMB e il 7° invaso della discarica di Albano, autorizza nuove buche nel frusinate e si appresta ad autorizzarne altre nelle provincie di Roma e Latina.

Non a caso in zona Lazzaria, la soc. Ecoparco torna alla carica dopo la bocciatura del 2015 e ripropone nell’ex cava di pozzolana una mega discarica di rifiuti da un milione200mila metri cubi, a pochi metri dalle falde acquifere di Carano che alimentano Aprilia, Anzio e Nettuno. Con conseguenze gravissime per la salute dei residenti e per quel territorio dichiarato dal PTPR “paesaggio agrario di rilevante valore”, ricco di coltivazioni biologiche, Doc, Dop e Igt.

Sull’altro lucroso versante delle biomasse, la Soc. Latina Biometano srl vuole mettere in piedi sempre a Velletri, Colle S. Clemente, in zona agricola di pregio, un enorme e inquinante impianto anaerobico da 50mila tonnellate che digerisce biomasse e letami per produrre “bio”metano da vendere alla Snam a prezzo lautamente incentivato – poi produrre energia elettrica comprando gas fossile dalla stessa Snam a prezzo scontato – infine rivendere l’energia a Enel a prezzo maggiorato. Ovvero: come produrre energia “rinnovabile” consumando energia fossile nell’ottica tutta loro di “economia circolare. Leggi tutto “Convegno pubblico informativo : DISCARICA ECOPARCO E BIOMETANO LATINA BIO. 18.01.20 ore 16 @ dopolavoro ferroviario di Velletri”

Sabato 7 Dicembre, Manifestazione contro il ritorno del malefico ciclo TMB-DISCARICA-INCENERITORE, ore 15.00, Piazza S.Pietro, Albano Laziale

La voltura dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)  dell’agosto 2009 alla società ColleVerde srl affittuaria del TMB di Pontina Ambiente, consente al sig. Cristiano Cesaro di trattare i rifiuti come già fatto da  Manlio Cerroni fino a tre anni fa.

Il ripristino del TMB (Trattamento Meccanico Biologico) di Roncigliano-Albano comporta una nuova ondata di rifiuti per i prossimi vent’anni.

Vengono cancellate le proteste contro i miasmi ai cancelli della discarica; dimenticate le centinaia di sforamenti degli inquinanti in falda; stracciati i verbali della ASL RM6 e gli atti delle amministrazioni locali.

La stessa mano che nel 2015 aprì il riesame dell’AIA 2009, abbattuta dal verbale ARPA del 2014, torna oggi ad autorizzare il duo Cerroni-Cesaro.

L’immarcescibile Manlio si sente autorizzato a nuove avventure anti popolari dalle scandalose assoluzioni del Tribunale di Roma e dalla comode indagini del PM di Velletri che a tre anni e mezzo dall’incendio comunica che l’inchiesta è in istruttoria preliminare, così aumenta il voltastomaco. Leggi tutto “Sabato 7 Dicembre, Manifestazione contro il ritorno del malefico ciclo TMB-DISCARICA-INCENERITORE, ore 15.00, Piazza S.Pietro, Albano Laziale”

Il clima cambia, cambiamo il clima! Opponiamoci ad ogni nocività!

-Ovunque progetti di speculazione e impianti nocivi
 
-La gestione dei rifiuti è affidata a discariche e inceneritori, mentre nuove centrali biogas e biomasse spuntano come funghi in ogni regione.
 
-I territori vengono cementificati,
creando danni idrogeologici e costruendo agglomerati urbani sempre più popolati dove si concentra l’utilizzo delle risorse.
 
-La green economy non ci salverà, non si tratta solo di produrre più o meno energia da fonti cosiddette rinnovabili, ma di ribaltare completamente questo modello di sviluppo, di produzione e di potere che ha stretto nella morsa l’intero pianeta.
 
-Per farlo dobbiamo costruire adeguati livelli di controllo e opposizione popolare

SABATO 21 SETTEMBRE, AL CENTRO SOCIALE IPO’ (MARINO, V.DEL GIARDINO VECCHIO)

ORE 18.00: ASSEMBLEA-DIBATTITO CON DISCUSSIONE SULLE VERTENZE LOCALI E LE QUESTIONI PIU’ GENERALI

ORE 21.00: CENA SOCIALE A SOTTOSCRIZIONE PER IL SOSTEGNO ALL’IPO’

Riflessioni sul convegno su rifiuti, economia circolare e cambiamenti climatici

IERI 22 LUGLIO, AD ALBANO EX CHIESA DELLE GRAZIE ERAVAMO STATI INVIATI AL CONVEGNO SU RIFIUTI, ECONOMIA CIRCOLARE, CAMBIAMENTI CLIMATICI ETC.
Parole belle ed importanti per quasi due ore sulla necessità di fare di tutto per evitare la catastrofe climatica. Tutto ineccepibile e troppo bello per essere del tutto vero.
Peccato che nessuno ha avuto il coraggio di informare i cittadini presenti che il concetto di economia circolare nella testa dei relatori prevede il recupero di energia dalle biomasse. Ovvero usare quel 30% dei rifiuti urbani differenziati (umido), nonché la FOS dei TMB per la produzione di biogas e metano da bruciare e quindi ancora una volta include la combustione, fonte di pesante inquinamento e diffusione di gas climalteranti. QUESTA NON E’ ECONOMIA CIRCOLARE. Loro non lo hanno detto, ci abbiamo pensato noi, ed è successo il finimondo.
Non abbiamo apprezzato che Alessio Ciacci uno dei relatori, spiccato pedigree ambientalista lungo 1 km, nel frattempo diventato amministratore unico del CONSORZIO MINERVA, tra 7 Comuni del circondario, capofila Colleferro, Nemi inclusa, avrà l’incarico di gestire con ogni probabilità il mega affare rifiuti della “città della monnezza” compreso il mega distretto previsto nelle linee strategiche del piano rifiuti del Lazio in cui dovrebbero affluire intorno alle 500mila tonnellate l’anno di rifiuti dai TMB (impianti di Trattamento Meccanico Biologico) dell’intera Regione.
Non abbiamo neanche apprezzato la presenta di Fabio Ermolli, ex dirigente di una società del gruppo Cerroni e poi dirigente Arpa, sfiorato dall’inchiesta che portò nel 2014 all’arresto di Cerroni, ora direttore del Consorzio Minerva.
Ancora meno abbiamo apprezzato l’ingombrante presenza dell’ingegnere Claudio Vesselli ex dirigente della Provincia di Roma, amministratore unico della Green Cycle Project, proprietaria della Green Future 2015 che presentò il progetto dell’impianto a biogas di Anzio. Fu lui a querelare Giancarlo Ceci.
Infine abbiamo contestato Giulio Calamita l’assessore all’ambiente della giunta di Colleferro che decantava la battaglia, per carità sacrosanta, contro l’inceneritore, ma racconta il suo Comune come nelle favole, evitando di confessare ai suoi cittadini che riapertura della discarica, polo logistico Amazon e mega distretto rifiuti con annesso mega digestore a biometano daranno un’altra mazzata alla loro disastrata salute.

PRESIDIO POPOLARE AD ARDEA- VENERDI’ 5 LUGLIO ore 10,30 sotto il municipio via Garibaldi

Nell’assemblea del 14 giugno scorso svolta nel villaggio ARDEATINO con i cittadini di Montagnano e Valle Gaja abbiamo preso atto della mancanza dei servizi essenziali a partire da fognatura e acquedotto pubblico. Ciò accade a 10 anni di distanza dagli accordi di programma sottoscritti da Regione e Comune
mentre la popolazione residente consta di migliaia di persone diverse, presenti da 40 anni.

Per ciò che riguarda le fogne siamo in presenza di un progetto esecutivo, ancorché insufficiente a coprire tutta la zona, di un finanziamento regionale riconosciuto da tutti, della disponibilità dei terreni per le opere necessarie, ci pare quindi che sia arrivato il momento di mettere fine a questa storia, cominciare i lavori e avviare un nuovo progetto per coprire tutta l’area.

Sul fronte acquedotto ci siamo resi conto da molto tempo che la municipalizzata IDRICA non è in grado di portare l’acqua ai villaggi mentre la discarica di RONCIGLIANO ha reso inutilizzabili i pozzi a causa della presenza di arsenico, fluoro e inquinanti oltre i limiti, in qualche caso la ASL ha formalmente inibito l’uso dell’acqua di pozzo per uso umano.

In questa situazione IDRICA, dopo aver confessato di non essere in grado di assicurare neanche un servizio di autobotti, ha sottoscritto insieme al comune la cessione delle competenze sulla zona ad ACEA che si impegnava all’opera acquedottistica. Due mesi fa abbiamo saputo di un preventivo presentato dalla STO-ACEA che sarebbe stato considerato “non conveniente“ da amministrazione e municipalizzata, abbiamo chiesto questo documento, ma fanno finta di non capire, allora proviamo a dirglielo a voce.

Deve essere chiaro, non si può attendere altri 40 anni, ma neanche il novembre del 2020 per sapere se Idrica ci sarà o no, cosa che ci interessa nei limiti in cui il servizio sia effettivamente e rapidamente erogato.

SAVARESE, PEZZOTTI E CALCAGNI HANNO IL DOVERE DI DIRCI ENTRO QUANTI GIORNI, AL MASSIMO SETTIMANE, COMINCERANNO I LAVORI DELLE FOGNE E A SEGUIRE L’OPERATIVITA’ DELL’ACQUEDOTTO.

ASSEMBLEA DEI CITTADINI DEL 14 GIUGNO